• Covid19, la pandemia ha sbarrato le porte degli ospedali
  • E’ necessario regolamentare l’accesso alle strutture sanitarie
  • Negli ospedali pubblici di Palermo l’ingresso è ancora impedito persino ai figli dei pazienti ricoverati
  • L’opinione dell’ex deputato Pino Apprendi: “Implementare subito specifici protocolli sanitari”

Un provvedimento da adottare subito per permettere le visite nei reparti ai pazienti ricoverati negli ospedali da parte dei parenti stretti (figli o genitori, mariti, mogli o conviventi) muniti di green pass o di tampone molecolare negativo eseguito nelle 24 ore precedenti.

I pazienti ricoverati negli ospedali pubblici non possono ricevere visite nemmeno dai figli

La pandemia ha infatti sbarrato le porte degli ospedali alle visite esterne e se fino a qualche mese fa la prudenza era un obbligo per tutti, adesso che si discute del valore del green pass per avere accesso perfino nei bar e nei ristoranti sarebbe necessario regolamentare anche l’accesso nelle strutture sanitarie. I pazienti rimangono infatti da soli e in tutti gli ospedali pubblici della città, tra questi Villa Sofia, l’ingresso è ancora impedito persino ai figli dei ricoverati.

Implementare subito specifici protocolli sanitari

“Si parla di green pass – dice Pino Apprendi, ex deputato regionale – per entrare al ristorante, al bar, per viaggiare, ma la vita umana vale meno di zero. Nessuno si preoccupa dei malati ricoverati che ancora non possono avere il conforto dei propri familiari stretti, soprattutto i figli e i genitori. È chiaro che bisogna garantire la sicurezza e che non si possono aprire le porte a tutti. Ma implementare subito dei protocolli sanitari che garantiscano percorsi in sicurezza per entrare negli ospedali ad orari stabiliti e in tempi contingentati per pochi parenti stretti che possano dare conforto. Si rischia di morire di malinconia”.

Nelle cliniche private green pass o esito tampone molecolare

Non è così nelle cliniche private dove i parenti stretti dei ricoverati da poco hanno accesso alle strutture dopo avere esibito il green pass con doppia vaccinazione o dopo avere un certificato di tampone molecolare negativo eseguito nelle 24 ore precedenti. C’è chi propone di predisporre una rete di volontariato sia nei presidi ospedalieri che nelle R.s.a che possano fungere da anello di congiunzione tra i malati e i loro familiari. Basterebbe avere, da parte dei familiari, l’esibizione di avvenuta vaccinazione o l’esito negativo del tampone, obbligo di mascherina, di guanti e di tuta usa e getta.

L’assessorato alla Sanità intervenga

“Ci rendiamo conto delle difficoltà – continua ancora Apprendi – è chiaro che non si può aprire a tutti né pensare minimamente di ritornare al modello delle visite pre- pandemia, ma sono convinto che l’assessorato alla sanità con i suoi tecnici e coi medici, sia in grado di attivare, con l’ausilio delle avvenute vaccinazioni, un protocollo che garantisca le visite per i più fragili che hanno bisogno di una carezza in totale sicurezza per tutti”.

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