Nuovo capitolo della guerra Musumeci Miccichè. Arriva con un post sui social del Presidente della Regione la risposta, sia pure indiretta, alle dichiarazioni di ieri del Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che hanno di fatto resa chiara e pubblica la guerra fin qui sotterranea fra i due

Musumeci “Chi semina ha diritto di raccogliere”

“Quando sono arrivato a Palazzo D’Orleans abbiamo trovato cinque anni di macerie. E non avevamo messo nel conto un anno e mezzo di blocco per via della pandemia di Covid19, che ha occupato il 70% del nostro tempo. Abbiamo seminato tantissimo in questi anni e lo faremo ancora. Ma abbiamo ancora il diritto di raccogliere. Lo dice la legge del contadino: chi semina raccoglie. Sono cose note a tutti, che ho già spiegato lo scorso anno pubblicamente e in maniera trasparente. Com’è mio solito fare”. Così in un post su Facebook il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci

A Verona si era consumato pubblicamente lo strappo

A Verona si era consumato poche ora prima l’ultimo strappo nel centrodestra siciliano. Musumeci e Miccichè  al Vinitaly infatti, non si incontrano, si evitano. “Se ci incontreremo, ci saluteremo senz’altro”, ha detto il governatore una volta giunto alle 10 del mattino alla kermesse. Ma di Miccichè nemmeno l’ombra, sarebbe arrivato dopo qualche ora.

“A decidere sulla Sicilia non sono i siciliani”

Miccichè, invece, arriva in Fiera quando manca solo un’ora alla chiusura della penultima giornata di Vinitaly. Una volta giunto si abbandona ai giornalisti. “Per la prima volta — si sfoga — a decidere sulla Sicilia non sono i siciliani. Se i nazionali avessero lasciato il pallino a noi, avremmo chiuso l’accordo in un quarto d’ora”. Il riferimento di Miccichè è alla trattativa imbastita per cercare di risolvere la frammentazione del centrodestra e venire a capo a una questione che sembra sempre più complessa.

Miccichè si sfoga

L’accordo, sulle Comunali di Palermo come sulle Regionali, però non c’è ancora. A Verona, quando Miccichè arriva, c’è ancora Musumeci ma l’incontro non avviene. Micciché, nel frattempo, dalla Capitale tesse la sua tela, chiama Ignazio La Russa per chiedergli di sganciare l’affaire Palazzo d’Orléans dalle trattative per il Comune e poi contatta Licia Ronzulli. “Le ho detto cosa farei — dice sorridendo — ma non lo rivelerò”. Poi dice nel corso della serata”: La Lega e Fratelli d’Italia ci hanno messo in un’impasse, colpa dei capricci di Nello Musumeci che aveva detto di volere fare una sola legislatura e invece si impunta sulla ricandidatura. Questa paralisi del centrodestra è negativa”. Poi lo sfogo in serata. “Il problema — sbuffa il presidente dell’Assemblea regionale — è che una volta si ragionava per ottenere il meglio per la coalizione, cioè per vincere. Ora tutti i partiti tirano per sé, e non per vincere: solo per candidarsi”.

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