Si parla di ripartenza, ma la maggior parte dei lavoratori stagionali siciliani non ha ancora ricevuto il bonus di 600 € predisposto, nello scorso mese di marzo, dal governo Conte.

Un sussidio che, con molta probabilità, a causa di una imprecisione nel codice Ateco associato a ciascun lavoratore, per molti dei richiedenti difficilmente arriverà.

Domani, a Cefalù, gli stagionali del comparto turistico e dell’indotto dello stesso settore hanno deciso di inscenare una protesta simbolica e, dalle 10:00 alle 18:00, senza creare assembramenti, si daranno appuntamento in piazza Garibaldi per consegnare la propria tessera elettorale e firmare una petizione da inviare al governo regionale per conoscere come verranno spesi i dieci milioni di euro previsti, nell’ultima finanziaria, a tutela degli impiegati del settore turistico.

“Siamo invisibili per lo Stato e con la consegna ai rispettivi sindaci delle nostre tessere elettorali vogliamo che si attesti la nostra invisibilità – ha detto Calogero Serio in rappresentanza dell’Associazione nazionale dei lavoratori stagionali – molti di noi non hanno ricevuto il bonus e con molta probabilità mai lo riceveranno. Il problema primario sta non tanto nella nostra condizione attuale, ma nello scenario futuro che si prefigura catastrofico”.

Molti dei lavoratori difficilmente troveranno lavoro durante la stagione estiva e chi lo farà potrà contare su un contratto per un periodo che non supererà i tre mesi, con la susseguente riduzione del periodo della Naspi.

“Per molti di noi la situazione non tornerà alla normalità prima della primavera del 2021, c’è da chiedersi come faranno le famiglie a sopravvivere in queste condizioni per altri dieci mesi almeno. Ciò che desta stupore è l’assoluto silenzio delle sigle sindacali – ha concluso Serio – nel nostro territorio, che comprende la fascia costiera da Termini Imerese a Finale di Pollina e i paesi delle basse Madonie, a essere interessate da questa crisi del settore turistico sono almeno seimila famiglie, speriamo che i nostri continui appelli, fatti al governo nazionale e regionale, non siano destinati a rimanere inascoltati”.