Per il Sindacato dei Medici Italiani e per la Federazione Medici e Veterinari-FVM la manovra presentata all’Ars è da rivedere radicalmente, dopo anni di tagli e politiche dettate dal Piano di Rientro.

Per Emanuele Cosentino, vice segretario regionale Smi, area convenzionata, “cambiano gli orchestrali, ma la musica resta sempre tristemente uguale: ancora tagli alla formazione e al Ssr. Una sanità pubblica impoverita, smantellata, sotto l’assedio di una escalation di aggressioni e di una violenza sociale e culturale sempre più diffusa, che ha invece bisogno, dopo anni di Piano di Rientro, di un colpo di reni, di investimenti sulle strutture, sui medici, sul personale, sull’organizzazione”.

“Interventi – aggiunge Saro Di Carlo, vice segretario Smi, e dirigente FVM – contro il precariato, e per le assunzioni, per ottimizzare le liste di attesa, e cambiare radicalmente l’accoglienza nei Pronto Soccorso, ora vere e proprie trincee. Quindi, per recepire adeguatamente il piano nazionale della Cronicità e sui Vaccini, e per la presa in cura dei malati di tumore. Vogliamo sottolineare come secondo l’associazione regionale degli Oncologi, un siciliano malato di cancro al colon abbia una ‘possibilità di giungere vivo, a 5 anni dalla diagnosi, il 7,5% inferiore di un emiliano’. Uno scandalo”

“Riassumendo – continuano i due dirigenti Smi e FVM – serve garantire i Livelli essenziali di assistenza anche con il potenziamento della rete di emergenza-urgenza, della continuità assistenziale h24, della rete di ambulatori di medicina di famiglia e della specialistica”.

“Invece – spiegano – vediamo 45.000.000 milioni di euro risparmiati in sanità destinati ai ‘forestali’. Ricordiamo che quest’anno la Sicilia paga l’ultima rata per onorare il piano di rientro e torna regione virtuosa, ma allora ci chiediamo: a cosa sono serviti i sacrifici dei pazienti e degli operatori sanitari già fatti? Magari, poi, qualcuno la butterà in retorica e dirà che è colpa del Nord che si approfitta del Sud !

Ma qui le responsabilità, se si prosegue su questa strada, sono della classe politica siciliana”.

“Tagli a sanità e formazione – concludono – vuol dire aumentare i rischi per i pazienti e per gli operatori in sanità, vuol dire anche meno sicurezza. A meno che il progetto sia proprio quello di togliere i fondi al pubblico per far arrabbiare, ancora di più, la gente, è per spingere i pazienti tra le braccia del privato. Alla faccia dell’articolo 32 della costituzione e del diritto salute”