Tornano in piazza i Nastrini che si radunano in centinaia in presidio in Prefettura dopo gli innumerevoli presidi svolti nelle settimane precedenti, per ribadire alle istituzioni la necessità di aprire un tavolo tecnico che si occupi delle emergenze sociali della città e per accelerare la proroga del progetto dei lavoratori dei cantiere di servizio che il 31 dicembre ultimeranno il loro periodo lavorativo.

I Nastrini nascono dall’unione di lavoratori di cantiere, disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza con scopi comuni: diritti, garanzie, una vita dignitosa. Una prima grande piazza lì ha visti protagonisti lo scorso 13 novembre e un prossimo appuntamento è già stato fissato, sempre nel pieno rispetto delle misure anti Covid, per venerdì 27 alle 13 con un presidio davanti all’assessorato al lavoro per richiedere un incontro con l’autorità pubblica competente.

“Vogliamo una migliore fruizione di servizi e una risposta occupazionale – dicono -, in una città ormai sempre più svuotata e sempre più lasciata alla deriva. Vogliamo la creazione di settori di sviluppo economico sostenibile per tutti coloro che vivono una situazione di marginalità tendente all’esclusione sociale. Da decenni viviamo sulla nostra pelle le conseguenze di un sistema socio-economico-politico che non solo non si preoccupa delle fasce deboli ma che genera precarietà e impoverimento”.

“Lavoro e servizi sociali garantiti per tutti” si legge nello striscione esposto dai manifestanti. “Non possono pensare che basti solo un sussidio per rispondere ai bisogni di un’intera Palermo al lastrico. Siamo in un momento storico in cui è importante fare comunità, essa è l’unica via perseguibile se vogliamo cambiare lo stato di cose presente. Siamo in una fase in cui non possiamo più aspettare i tempi burocratici, siamo in una fase in cui risulta urgente e necessario prenderci quello che ci spetta di diritto. Vogliamo delle garanzie, vogliamo un lavoro, vogliamo far mangiare i nostri figli e garantirgli un futuro. Siamo scesi in piazza e continueremo a farci sentire con forza e determinazione perché crediamo che il primo passo verso il cambiamento sia smettere di abbassare la testa e camminare tutti insieme”, concludono i Nastrini.