Nessuno commesse alcun reato. Il flop del click day e con esso del Piano giovani della Regione siciliana non è colpa di nessuno. Almeno da un punto di vista penale.

La Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta nella quale risultava essere unica indagata la dirigente generale dell’assessorato Formazione Annarosa Corsello, accusata di abuso d’ufficio.

Il click day doveva servire per scegliere le aziende e i giovani disponibili, metterli in contatto fra loro e favorire l’avviamento al lavoro attraverso percorsi di stage formativi per i giovani. una idea sulla quale i ragazzi siciliani avevano punto molto ma che si è risolta in una grande delusione.

Al centro dell’indagine, condotta dal pm Piero Padova, c’era l’affidamento diretto del servizio informatico, assegnato senza passare dunque per una gara, alla Ett. Oggi la richiesta di archiviazione perché sembra sia venuta meno l’ipotesi in base alla quale la dirigente avrebbe favorito la società per un presunto rapporto di lavoro della figlia con la stessa Ett.

La ragazza, secondo quanto accertato, avrebbe avuto solo un co.co.pro ovvero un contratto a progetto di un solo mese e non direttamente con la Ett, ma con una ditta che faceva parte di una Associazione Temporanea di Imprese cui apparteneva anche la stessa Ett. La scelta della azienda, poi, sarebbe stata consentita dalla legge che permette l’affidamento diretto in presenza di servizi che richiedono particolari competenze: la Ett aveva già predisposto un sistema di software per la Regione e l’affidamento a una terza società sarebbe stato antieconomico.

Nessun reato, dunque, ma resta il flop del piano, le somme poi dirottate ad altro, il progetto mai partito, la figuraccia della Regione e le cause civili intentate da parecchi giovani riuniti in comitati