Creare rete tra i vari operatori del settore (la garanzia dei prestiti alle imprese), in un mercato asfittico, è l’unico rimedio per potere attraversare l’onda lunga della crisi che perdura e tarda ad arrestarsi.
È ciò che hanno fatto sei confidi siciliani (Commerfidi, Confeserfidi, Credimpresa, Fideo, Fidimed, Unifidi) dando vita alla rete di imprese “Confidi Sicilia in Rete” e oggi impegnati a intercettare le prime misure per la crescita e il rafforzamento del comparto presso il Ministero dello Sviluppo economico.
I Confidi della Rete
La Rete è formata da sei Confidi siciliani: tre con sede a Palermo e tre con sede a Ragusa, di cui due – Confeserfidi e Fidimed – attualmente maggiori, secondo l’art. 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (Tub). Realtà importanti – anche altri confidi della Rete sono stati già “ex 106” – la cui consistenza patrimoniale è di oltre 50 milioni di euro e che, insieme, erogano garanzie per circa 700 milioni di euro alle 40.000 aziende associate. Numeri di tutto rispetto che confermano il duro e certosino lavoro svolto a sostegno delle imprese.
Obiettivi della Rete
“Fare rete tra i confidi che operano da anni sul territorio siciliano – precisa Rosario Carlino, attuale presidente della Rete – significa creare, innanzitutto, rete per le imprese. Il presupposto e, al contempo, l’obiettivo di questo progetto – aggiunge Carlino – è quello di creare benefici per operatori e per imprese, individuando strategie comuni, abbattendo i costi di gestione e quelli praticati agli associati e intensificando, inoltre, la presenza nei territori”. A ciò si aggiunge la fondamentale interlocuzione con le banche e con la Regione per rendere operative le misure a valere sui fondi europei, rendendo i Confidi della Rete dei canali per dislocare queste risorse nel tessuto imprenditoriale della regione.
“L’appello che rivolgiamo ai nostri interlocutori e agli organi di governo è quello di prestare molta più attenzione alla realtà dei confidi, di cui – dichiara Carlino – sottolineiamo con forza il ruolo di valido supporto alle imprese e a quanti vogliano accedere al credito». E aggiunge: «I confidi non siano trattati come soggetti subordinati alla rete degli Istituti di credito. Non si tratta di “figli minori” – precisano, ancora, Carlino e i restanti vertici dei confidi in rete – ed è bene che, una volta per tutte, ci si renda conto di ciò. Rappresentiamo – sottolineano – un anello fondamentale della catena del credito e del supporto agli imprenditori, principalmente piccole e medie imprese, da sempre l’essenza del tessuto e della storia imprenditoriale del Paese”.
Quanto vuole esprimere questo progetto di rete è, in definitiva, la presa d’atto – non più rinviabile in Sicilia – che occorre rendere concreta una nuova “cultura del fare insieme”.
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