Dopo cinque anni di attesa, il viadotto Himera dell’autostrada Palermo Catania è stato finalmente consegnato. E’ una buona notizia che tuttavia non ci deve far dimenticare che cinque anni per realizzare una bretellina da 270 metri sono una follia. Se non è record mondiale, poco ci manca. Per tutto questo tempo, la Sicilia è stata spezzata in due, con danni all’economia e alla mobilità di una regione già in gravi difficoltà.

A tagliare il nastro di quell’opera, così piccola ma così importante, c’era lo stato maggiore dei Cinque stelle, capitanato dal viceministro ai Trasporti, Giancarlo Cancellieri. Assente la Regione siciliana.

Fin qui, la cronaca. A mio modesto avviso, i Cinque stelle hanno buttato tutta la vicenda in caciara. Che la Regione siciliana abbia deciso di avviare un contenzioso contro Anas, si sa. Che il presidente della Regione Musumeci abbia deciso di non partecipare all’evento, era abbastanza prevedibile. Il governatore da anni mette pressione all’Anas. E così ha fatto anche Marco Falcone, l’assessore regionale ai Trasporti, che aveva lanciato il guanto di sfida, annunciando le dimissioni nel caso in cui Anas avesse consegnato l’opera entro la fine di luglio. Falcone, in effetti, le dimissioni le ha presentate, ma il presidente le ha respinte.

E così Cancellieri e tutta la deputazione Cinque stelle sono partiti all’attacco del governo regionale al grido “Dimettetevi tutti”. In fondo, l’accusa a Musumeci e Falcone è quella di essere stati poco coerenti. Ma guarda, guarda da che pulpito viene la predica. In tema di incoerenza, i Cinque stelle non hanno proprio avversari.

Dimentichiamo per un attimo la grottesca vicenda delle strade siciliane e vediamo un po’ gli exploit di questi campioni di coerenza a cinquestelle. Avevano detto che non si sarebbero mai alleati con altra forza politica. Campioni mondiali di trasformismo, sono passati in un battito di ciglio dall’alleanza con la Lega a quella col Pd. Della serie, la colla alle poltrone. Avevano detto che non si sarebbero mai alleati con il Pd e tutti sappiamo come si governa oggi in Italia. Il limite dei due mandati parlamentari è sul punto di diventare carta straccia, grazie all’invenzione del “mandato zero”: una sorta di allenamento istituzionale. Avevano detto no al gasdotto Tap e alla Tav Torino Lione. Ed i cantieri lavorano tranquillamente. Avevano fatto fuoco e fiamme contro l’acquisto degli F-35: hanno dato il via libera. Avevano fatto le barricate sull’euro ed in Europa hanno votato Ursula Van der Layen come Commissario. Avevano detto che “uno vale uno”, ma oggi hanno un “capo politico”. Avevano detto che il Movimento non avrebbe mai avuto una struttura burocratica, oggi hanno i “facilitatori regionali”. Avevano detto che gli inquisiti si devono dimettere: vale per tutti ma non per Virginia Raggi.

Devo continuare? Per i Cinque stelle vale la regola del doppio binario. Fustigatori dei costumi politici e delle regole, ma solo in casa altrui.

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