Sciopero generale della Reset entro gennaio. Le segreterie di Ursas, Alba e Usb, guidate da Pietro La Torre, Maurizio Bongiovanni e Sandro Cardinale, hanno definito il programma di iniziative che porterà alla protesta.

In un’assemblea alla quale hanno partecipato oltre 400 lavoratori, i sindacati autonomi hanno deciso che in assenza di concreti riscontri si procederà con uno sciopero generale dei lavoratori Reset entro il corrente mese “e comunque secondo le tempistiche che scaturiranno anche dalle interlocuzioni avviate e dal confronto con le altre organizzazioni”.
Lo sciopero ha la finalità di “sostenere la vertenza per il passaggio immediato dei lavoratori a 40 ore settimanali e per il ripristino di tutti gli istituti connessi alla normale applicazione del contratto di lavoro, sia sotto il versante economico che normativo”.

Per raggiungere questo obiettivo i sindacati ritengono “indispensabile attivare anche la cosiddetta mobilità interaziendale con tutte le società partecipate del Comune di Palermo a cominciare dalla Rap, le cui carenze d’organico sono ampie e certificate rappresentando da sola, sia sotto il profilo dei servizi da rendere alla città, che da quello puramente numerico, una quantificazione minima di trecento unità lavorative. Le segreterie che su tale argomento hanno già incontrato il vicesindaco e assessore alle Partecipate, Sergio Marino, nelle settimane passate, dovendo acquisire le risposte che l’assessore si era impegnato a fornire su tale materia, si sono autoconvocate per il 10 gennaio a Villa Trabia. In assenza di riscontro hanno comunque pianificato alcune giornate successive di presidio dell’assessorato.
Rimangono inoltre al centro della vertenza i temi della liquidazione della retribuzione di dicembre non ancora saldata ai lavoratori, aspetto su cui si evidenzia ancora una volta la diversificazione di trattamento con le altre partecipate, il pagamento delle rate di Tfr arretrate e la problematica delle festività soppresse impropriamente pianificate, ai fini della fruizione, dall’impresa. Quindi resta da discutere “il tema dell’organizzazione del lavoro e quindi di una razionalizzazione dell’uso delle consistenti risorse impegnate nelle prestazioni straordinarie da utilizzare dopo il raggiungimento del normale orario di lavoro a 40 ore”.
Su tutta la vertenza le segreterie confermano “la volontà di mantenere aperto il dialogo sindacale” ma chiariscono che verrà “coltivato anche il contenzioso in sede legale”.