Le donne occupate negli ultimi dieci anni sono salite di mezzo milione (+5,4 per cento rispetto al 2008), mentre gli uomini sono calati di 388 mila unità (-2,8 per cento): su 23,2 milioni di occupati, le donne coprono il 42,1 per cento, concentrate soprattutto nel Terziario. L’87 per cento degli archeologi è donna.
Se ne è parlato – e si continuerà domattina, 9 marzo, dalle 9,30 alle 13,30 – al Museo archeologico Salinas, a Palermo, nel corso di “ArcheoDonna: l’archeologia delle donne in Italia dal XX secolo al Futuro” due-giorni di studio promossa dal Museo archeologico, in collaborazione con CoopCulture, dedicati alla declinazione della professione che dagli inizi del ‘900 ad oggi ha fatto un enorme salto in avanti. Una riflessione che muove dall’epoca delle “apripista” della prima metà del Novecento, donne in grado di infrangere gli schemi di un sistema accademico che ammetteva, tutt’al più, il lavoro silenzioso di preziose collaboratrici all’ombra di prestigiosi accademici, rigorosamente maschi, giungendo alla realtà contemporanea in cui molte donne sono a capo di istituzioni e musei. “Il Museo Salinas è sempre stato guidato da una donna, tranne la lunga parentesi di Vincenzo Tusa: sin dalla sua prima direttrice, Iole Bovio Marconi che riuscì a salvare i reperti dai bombardamenti della Guerra – spiega il direttore del museo, Francesca Spatafora.
Si occupa di Cultura a vario titolo, il 5,3 per cento degli italiani (circa un milione e 190 mila unità) con un gap tra il 2011 e il 2015. Di questi, il 56 per cento è “rosa”. L’età media è piuttosto alta (55 anni) mentre la media tra le donne in posizione dirigenziale. Non c’è un ministro dei Beni culturali donna da 18 anni (l’ultima è stata Giovanna Melandri). In archeologia la presenza femminile è altissima (433), soprattutto in Liguria, Friuli, Molise e Veneto, dove si sfiora l’87 per cento di copertura dei posti. Le imprese guidate da donne sono 52.297 su tutto il panorama nazionale e di queste il 65 per cento lavora nella Cultura. Tra queste CoopCultura che su 1772 impiegati, conta 1278 donne, soprattutto in posizione dirigenziale: presidente e vicepresidente, sei su nove membri del CDA, 3 su 5 direttori e 10 su 12 responsabili di settore. “L’industria culturale e creativa è quella che offre più possibilità di lavoro alle donne – spiega il direttore di CoopCulture, Letizia Casuccio – e noi ne siamo un esempio “sul campo”. In Sicilia, due su tre responsabili regionali sono donne. E nei posti di lavoro creati in Sicilia – dove CoopCultura gestisce i servizi di Valle dei Templi ad Agrigento, Zisa, chiostro di Monreale, Parco dello Iato, Museo archeologico Salinas, Orto Botanico – il 70 per cento sono donne, quasi sempre laureate e sotto i 35 anni di età.
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