Inaugurato al centro di accoglienza Padre Nostro fondato dal beato don Giuseppe Puglisi il poliambulatorio di prossimità di Brancaccio a Palermo. Il progetto è stato realizzato grazie al finanziamento della «Gvm Care &Research», di cui fa parte il Maria Eleonora Hospital di Palermo.

«Già 29 anni fa, – dice Maurizio Artale presidente dell’associazione – con l’arrivo a Brancaccio, Don Pino Puglisi,
rendendosi conto delle reali condizioni in cui versava la gente del quartiere, era stato precursore della necessità di attivare
un centro di servizi che andasse incontro alla gente che viveva ai margini della società. Da qui nacque il suo progetto: un polo
parrocchiale con attorno tutti i servizi di prima necessità, tra cui quello della sanità di prossimità». All’inaugurazione presenti amministratori comunali e i vertici delle forze dell’ordine.

Padre Pino Puglisi, chi era

Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello di Don Puglisi. La causa di beatificazione venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato. Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.

Il centro Padre Nostro che rischia di chiudere

Le parole di don Pino Puglisi, a 29 anni dalla morte, sono ancora custodite dal Centro di Accoglienza Padre Nostro, l’associazione da lui fondata per il recupero dei minori e degli adolescenti a rischio di emarginazione e di reclutamento da parte della criminalità organizzata e oggi una onlus impegnata a favore delle fasce più deboli. Il centro, vittima anche di atti vandalici continui, oggi rischia la chiusura a causa del caro-bollette. “Il caro bollette – dicono dal centro – ci ha messo in ginocchio. Non chiudiamo a settembre per rispetto a padre Pino Puglisi, ma siamo a rischio. A luglio dell’anno scorso pagavamo bollette di energia elettrica di 1.700 euro. Quest’anno, a luglio, abbiamo pagato 6.800 euro”.

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