• Brucia la Sicilia, roghi continui minacciano anche i centri abitati
  • Critiche all’operato del governo regionale
  • La prevenzione sarebbe partita in ritardo

La Sicilia continua a bruciare, roghi in tutte le province dell’Isola.
Si è riunita d’urgenza ieri l’Unità di crisi nazionale della Protezione civile, dopo la richiesta avanzata domenica dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Al centro del confronto la difficile situazione che l’Isola sta vivendo in queste settimane a causa dell’aumento degli incendi, quasi tutti di origine dolosa, e dell’incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei.

Ieri la riunione con l’Unità di crisi nazionale, sarà un’estate critica

All’incontro, in videoconferenza, hanno partecipato il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, il comandante nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo, il capo della direzione centrale della Formazione dei Vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco, e, per la Regione Siciliana, il governatore Musumeci, l’assessore al Territorio, Toto Cordaro, il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, il dirigente generale del Corpo forestale regionale, Giovanni Salerno.
Tutti hanno concordato nel prevedere un’estate critica, con temperature alte che non fanno presagire certamente niente di buono. Si stanno valutando iniziative possibili per intervenire sul territorio, anche con la presenza di unità dell’Esercito nelle zone rurali particolarmente vulnerabili.

Per Coldiretti “Siamo di fronte ad un progetto criminale”, oltre mille incendi da gennaio

Siamo di fronte ad un progetto criminale che sta distruggendo tutta la Sicilia. Non è possibile assistere a questa devastazione continua che evidentemente nasconde interessi. Lo afferma Coldiretti Sicilia rilevando come oltre 1.000 incendi da gennaio rappresentino una situazione ormai incancrenita. A rischiare non sono solo gli agricoltori ma gli incendi lambiscono i centri urbani, provocano panico e lo spopolamento delle aree interne. Complessivamente solo domenica in Sicilia considerando anche il più piccolo focolaio ci sono stati 135 incendi.

Occorre agire con piani di prevenzione efficaci

Sono circa 400 gli imprenditori agricoli della Coldiretti che hanno aderito alla campagna avviata per porre un freno al fuoco con segnalazioni e azioni di spegnimento ma la situazione è ormai in piena emergenza e per questo occorre agire con piani di prevenzione efficaci.

L’emergenza incendi come ogni estate

La Sicilia fa i conti con l’ennesime emergenza incendi e i presupposti per prevenire i roghi non sono buoni.
Come si legge su Repubblica Palermo di oggi, l’esercito antincendio, del quale fanno parte poco meno di 19mila forestali, costa 200 milioni ma può fare ben poco, dal momento che i soldi per reclutare gli stagionali sono stanziati in ritardo.
L’esercito che dovrebbe prevenire e spegnere gli incendi conta 18.649 uomini. Eppure, solo 1.100 lavorano con un contratto a tempo indeterminato, di cui 800 agenti. Nell’organico non c’è alcun agente forestale e i due concorsi banditi nel 2020 per assumere 46 e 170 persone hanno subito dei rallentamenti. Il resto è costituito da una fitta schiera di precari, disciplinata da una selva di contratti e mansioni, che ogni anno dipende dagli stanziamenti dei fondi nella legge finanziaria.
Varie le figure presenti: ci sono i ” 151unisti”, 5.295 persone in servizio appunto per 151 giorni l’anno, a cui si aggiungono gli 8.774 ” 101unisti” e 3.252 persone che lavorano 78 giorni.

La denuncia della Flai Cgil

La prevenzione degli incendi sarebbe partita in ritardo. “Per le manutenzioni e la prevenzione, come la realizzazione dei cosiddetti viali parafuoco per contenere le fiamme, sono stati stanziati 134 milioni di fondi europei Poc, ma per sbloccarli ci sono molti passaggi e le operazioni sono partite in ritardo – denuncia Tonino Russo della Flai Cgil – Con una variazione di bilancio dell’Ars da 64 milioni si è posto un rimedio: ma la verità è che la macchina organizzativa deve essere pronta a maggio”. Le critiche all’operato della Regione sono state smentite con forza dall’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla.

M5S: “Sicilia brucia, corpo forestale è ad Ambelia”

Anche il Movimento 5 Stelle critica la Regione, puntando il dito contro Musumeci. Il capogruppo dei 5 Stelle Giovanni De Caro parla di Ambelia, la fiera mediterranea del cavallo, per la presenza di uomini della forestale nella tre giorni della kermesse sportivo-culturale.
“Mentre la Sicilia brucia – sottolinea De Caro – il presidente Musumeci distrae il prezioso personale del Corpo forestale per attività di sicurezza e rappresentanza alla ‘sua carissima’ fiera di Ambelia. Si tratta di un fatto assolutamente scandaloso, inaccettabile e soprattutto irresponsabile. Ora, per i roghi chiama in soccorso l’Esercito, come in precedenza aveva fatto per i vaccini. Presto anche i siciliani chiederanno l’aiuto dell’esercito per salvare la Sicilia da Musumeci”.

“Governo impreparato e senza muoversi su prevenzione”

“Anche quest’anno – aggiunge Di Caro – il governo regionale si è fatto puntualmente trovare impreparato a fronteggiare la stagione estiva senza muovere un solo dito in fatto di prevenzione, dai viali parafuoco, alle coperture economiche per l’anti-incendio. Altro che esercito, il presidente della Regione non ha fatto neanche il minimo sindacale. A questo punto – conclude Di Caro – Musumeci venga a riferire in aula e ci dica cosa ha fatto materialmente per la prevenzione degli incendi nella nostra Isola”.

Mancano i mezzi

Come si legge ancora su Repubblica Palermo, il mese scorso la Regione ha noleggiato 8 elicotteri per circa 4,5 milioni di euro e un altro è stato messo a disposizione dai Carabinieri. A questi si sono aggiunti 90 droni, costati 109 mila euro, che saranno utilizzati in tutti e nove gli ispettorati provinciali per la prevenzione. E ancora cento nuovi mezzi della Protezione civile. “Non basta – dice ancora Russo della Cgil – molti pick- up e autobotti hanno un’età media altissima”. I mezzi sono 373, ma la gara per acquistare altri 100 è bloccata per un ricorso. Il lavoro maggiore lo fanno i Canadair, che soltanto l’anno scorso sono costati circa un milione di euro (970mila per la precisione).

Un esposto alla Procura di Trapani

E ovviamente c’è chi non ci sta a vedere tutta questa devastazione. Il comitato “Salviamo i boschi”, network di associazioni attive nei territori interessati dai roghi, ha inviato un esposto alla procura di Trapani per gli incendi del 2020: se i lanci di Canadair sono stati 539 e ognuno costa 1.300 euro sono stati spesi 700.700 euro, ai quali vanno aggiunti i costi per la chiamata, cioè 10mila euro moltiplicato per 27 volte. Il totale si avvicina al milione.

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