“La commissione regionale Antimafia aprirà un’indagine conoscitiva sulle modalità di gestione delle commissioni provinciali per l’invalidità civile”. Lo annuncia il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, a seguito dell’inchiesta per corruzione che ha coinvolto il dirigente dell’Asp di Palermo, Agostino Genova

Cuffaro, “Espulso dalla Dc il medico arrestato”

“Stamattina, un minuto dopo aver appreso dalla stampa la notizia dell’indagine della guardia di finanza, abbiamo immediatamente sospeso Agostino Genova dalla Dc. Siamo stati tempestivi nell’emettere il provvedimento di sospensione, così come abbiamo reso noto attraverso un comunicato, e, dopo aver letto le intercettazioni diffuse dalla stampa, lo abbiamo espulso”. Lo dichiara il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro.

“Siamo profondamente indignati e disgustati sia per il discredito delle istituzioni che appare nelle parole utilizzate e che sono state intercettate. A Genova, lo ribadisco, abbiamo inviato una lettera di sospensione con effetto immediato dal partito e poco dopo di espulsione – aggiunge Cuffaro – Esprimiamo, inoltre, totale fiducia nel lavoro della magistratura che, siamo certi, accerterà rapidamente i fatti di una vicenda che desta profondo turbamento”.

“In queste ore – prosegue – stanno inoltre emergendo intercettazioni nelle quali Genova fa il mio nome. Credo sia opportuno che vengano pubblicate tutte le conversazioni avute con lui. Da queste verrà fuori la mia esigenza di legalità e di ricerca del consenso pulito. Tutte le volte che ho parlato con lui, ho sempre ribadito la necessità di legalità e correttezza nell’operare, ricordando quanto fosse importante per i dirigenti gli iscritti e gli elettori della Dc, avere un partito libero, aperto e soprattutto che rispetti i principi di legalità e correttezza politica”.

Trovati a casa di Genova 300mila euro, orologi di lusso e una Porsche

Nella villa di Agostino Genova, dirigente medico dell’Asp di Palermo arrestato oggi per corruzione e falso, a Poggio Ridente, i finanzieri hanno trovato 300 mila euro in contanti. Erano dentro la cassaforte e sono stati sequestrati assieme a orologi di lusso e una Porsche Boxster.

“L’accompagnamento è per tutta la vita”. Dicevano questo i dipendenti di un Caf a San Giuseppe Jato, sollecitando una falsa invalida al pagamento di quanto dovuto: “Vedi che il dottore te lo fa togliere l’accompagnamento”. Erano i giorni della campagna elettorale, e Agostino Genova, invitava alla prudenza: “Siamo in una fase molto attenzionata, super attenzionata, anzi enormemente attenzionata”, diceva alla Di Fiore, anche lei ai domiciliari. Ovviamente, nessuno si aspettava di essere intercettato.  I finanzieri hanno controllato: la signora di cui parlavano era una finta cieca. D’altra parte è lo stesso Genova ad affermare in un’intercettazione: “A me mai mi hanno fottuto, io è dal 1990, io ho fatto 40 anni che ammuogghio centomila verbali, non mi hanno fottuto mai…”.

“Mi devi dare di più”

“Mi devi dare di più perché io ho spese”, diceva il dirigente dell’Asp a Piera Di Fiore, la donna che faceva da intermediaria tra il pubblico ufficiale e chi chiedeva benefici assistenziali come assegni di invalidità. Genova, secondo gli investigatori, in cambio di soldi e regali, avrebbe accelerato l’iter delle pratiche e in alcuni casi fatto risultare che i richiedenti avevano i requisiti per chiedere i benefici pur non avendo fatto alcun controllo.

Nel chiedere più soldi il medico fa riferimento alle spese che deve affrontare. Secondo la Finanza il cenno è ai soldi pagati per la campagna elettorale delle ultime comunali dove l’uomo è stato candidato, senza essere eletto, sia a Palermo che a Partinico. Sia Genova che la Di Fiore sono ai domiciliari.

La frase in codice

“Non trovo un braccialetto” : la frase in codice era questa. Fondamentali nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, le intercettazioni. Come quella scattata la mattina del 19 aprile 2022 nell’ufficio Commissione Ciechi dell’Asp. Genova parla con il gioielliere Vincenzo Caccamo della pratica di riconoscimento dell’invalidità civile per la madre di Caccamo, Elisabetta Santoro. Il medico consulta, con il proprio SPID, la pratica. In quel contesto dice a Caccamo di non riuscire a trovare un braccialetto.

“Glielo faccio avere io dottore”, risponde il gioielliere. Nella stanza arriva poi un geriatra a cui Agostino chiede di visitare tempestivamente l’anziana. Genova parla, inoltre, al gioielliere della sua candidatura al consiglio comunale e l’altro risponde proponendogli un massaggio nel centro estetico del nipote e assicurandogli che gli avrebbe portato il bracciale. La conversazione prosegue, il medico rivela di voler investire “almeno centomila euro, e senza effettuare un bonifico, in lingotti d’oro e soprattutto senza rischi di controlli o di contestazioni da patte della Guardia di Finanza”. ”

“La finanza? Te la può….”

“E la Finanza te la può s….- aggiunge – nel senso tu prendi soldi… la Finanza ti può venire a dire ma lei come fa a comprare? Lo può venire a chiedere ?”. Poi i due decidono di vedersi il venerdì successivo, dopo la chiusura della pratica. Il successivo 22 aprile, non sapendo di essere intercettato, Genova racconta a un amico “ieri già ho chiuso una pratica con Piero Caccamo quello della parruccheria che c’è in viale Strasburgo che è famosa…. suo fratello… io piccioli non ne prendo ma mi regalarono questo ieri (riferendosi al bracciale ndr)”. Il giorno successivo, infine, il pubblico ufficiale avverte il gioielliere che sta per completare la pratica della madre. “Sto cercando di fare la pratica di tua mamma. Così mi levo il pensiero”.

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