Era finito nelle indagini degli spaccaossa. Uno dei medici coinvolti nell’inchiesta che aveva portato la squadra mobile e la guardia di finanza a sgominare la banda che a Palermo simulava incidenti stradali dopo aver spaccato le ossa a vittime compiacenti per truffare le assicurazioni.

Per il medico legale Giosafat Dioguardi, difeso dagli avvocati Franco Amodeo e Marina Randazzo, il gip Annalisa Tesoriere su richiesta dei pm ha disposto l’archiviazione.

“Tantalo” è la madre di tutte le inchieste sugli spaccaossa, un filone che ne ha poi prodotto altre quattro con decine di arrestati e quasi trecento indagati a piede libero. L’indagine era nata da uno strano incidente avvenuto a Brancaccio il 9 gennaio 2017, in cui perse la vita un tunisino, Yacoub Hadri.

Dalle perizie compiute sul sinistro gli inquirenti si resero però conto che i danni ai mezzi e le stesse lesioni riportate dalla vittima non erano compatibili con la dinamica inizialmente tracciata. È così che si scoprì che Hadri non era morto per l’impatto, ma perché invece non era sopravvissuto alle terribili ferite che gli erano state inflitte dagli spaccaossa allo scopo di mettere in scena l’incidente.

Indagando su questo caso sono poi venuti fuori oltre una settantina di finti sinistri e un truffa ai danni delle assicurazioni che ammonterebbe (per difetto) ad almeno dodici milioni di euro. Dalle indagini sui finti incidenti era venuto fuori un quadro desolante della città, in cui persone in gravi difficoltà, spesso malate e affette da dipendenze, per poche centinaia di euro avrebbero venduto i loro corpi per consentire l’imbroglio.

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