La Cgil e la Filcams hanno inviato una richiesta di incontro alle Prefetture di Palermo e Trapani per una valutazione con le parti sociali dei fatti emersi sullo sfruttamento delle migranti nigeriane ospiti nei centri di accoglienza, addette alle pulizie in alcune strutture ricettive di Palermo e Castelvetrano.

L’indagine, che ha portato agli arresti domiciliari due responsabili dei centri di accoglienza per migranti e tre responsabili di società consorziate del pulimento, ha scoperchiato il sistema dei cosiddetti “schiavi del pulito” dove le persone, donne in maggioranza, sarebbero state sfruttate per i servizi di pulizia e come governanti con turni massacranti e con contratti di lavoro part-time fittizi o direttamente “in nero”.

Cgil e Filcams pronte ad iniziative per salvaguardia posti di lavoro

Cgil e Filcams sono pronte a mettere in atto tutte le iniziative sindacali necessarie a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e per la loro continuità occupazionale.

“Esprimiamo profonda preoccupazione per lo spaccato che emerge, da quest’inchiesta sullo sfruttamento illegale della gente ospitata in alcune strutture accreditate nella provincia di Palermo – dichiarano il segretario d’organizzazione Cgil Palermo Francesco Piastra, la segretaria generale Cgil Trapani Liria Canzoneri assieme ai segretari generali di Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e Filcams Cgil Trapani Anselmo Gandolfo – Da quanto reso noto dagli organi di stampa, sembrerebbe  che questi centri, anziché tutelare i migranti titolari di protezione internazionale, li abbiano esposti alla intermediazione illecita di manodopera”.

Cgil e Filcams aggiungono: “Inoltre, da quanto affiora sembrerebbe che le aziende alberghiere che hanno usufruito dell’attività lavorativa dei migranti li abbiano sottopagati e sottoposti a un regime orario difforme rispetto alle norme di legge e di contratto, condizioni che potrebbero configurare le attività illecite e di sfruttamento previste dalla legge 1999 del 2016”.

La richiesta ai prefetti di Palermo e Trapani

Ai prefetti di Palermo e Trapani il sindacato chiede che venga convocata una riunione, anche nell’ambito dei rispettivi comitati territoriali per l’immigrazione, al fine di poter acquisire tutti gli elementi che possono permettere alla Cgil e alla Filcams “di dispiegare le nostre prerogative di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici”.

“Il sindacato chiede di esplicare l’azione di tutela per garantire a questi lavoratori un lavoro dignitoso e regolare – proseguono Piastra, Canzoneri, Aiello e Gandolfo – L’iniziativa della magistratura è meritoria ai fini della repressione del fenomeno e dell’accertamento delle responsabilità. A noi preme adesso salvaguardare la continuità occupazionale di chi ha subito il danno. Intendiamo organizzare degli incontri nei centri di permanenza per informare lavoratrici e lavoratori sui loro diritti. E mettere in campo, in raccordo con le istituzioni, tutte le iniziative possibile per arginare un sistema che continua a dilagare nel terziario, lavorando a un cambio di passo da parte delle aziende che prosperano puntando su rapporti di lavoro precario e sullo sfruttamento delle persone”.

Chiamato in causa anche il governo regionale

A supporto dell’iniziativa e della denuncia del sindacato territoriale intervengono anche la Cgil Sicilia, con il segretario Francesco Lucchesi, responsabile delle politiche migratorie e il segretario generale Filcams Cgil Sicilia Sandro Pagaria: “Chiediamo al governo regionale di intensificare tramite i servizi ispettivi l’azione di controllo nel settore del terziario e del turismo e sui centri di accoglienza”.