Nutrono forte sfiducia nella classe dirigente i giovani che hanno partecipato all’indagine sulla percezione mafiosa realizzata dal centro studi “Pio La Torre”. Credono in una maggiore contiguità tra politica e mafia, ma sono anche più consapevoli della necessità di un cambiamento e, nella stragrande maggioranza, preferiscono discutere di mafia a scuola, con i loro docenti. Questo in sintesi quel che viene fuori dal questionario sottoposto agli studenti nell’ambito del “progetto educativo antimafia”. Intanto sono già partite le prime commemorazioni in onore di Pio La Torre, il sindacalista e politico ucciso dalla mafia insieme all’autista Rosario di Salvo 40 anni fa.

I risultati dell’indagine

Domani, sabato 30 aprile, i risultati dell’indagine saranno discussi in una conferenza che si terrà dalle 9.30 nel cortile Maqueda del Palazzo Reale, sede dell’Ars della quale Pio La Torre fu deputato. L’ingresso sarà consentito soltanto alle autorità presenti, ai familiari delle vittime, allo staff del centro e agli studenti che saranno premiati per i loro elaborati del progetto antimafia, ma sarà possibile seguire in diretta e rivedere la conferenza sul sito www.piolatorre.it e sul portale Ansa Legalità & Scuola.

Gli interventi

Nel corso della manifestazione ci saranno gli interventi in remoto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente della Camera, Roberto Fico, del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e dell’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Onu. In presenza ci saranno i saluti del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, del vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, del presidente della commissione antimafia, Claudio Fava, del prefetto Giuseppe Forlani, del questore, Leopoldo Laricchia, del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dei familiari delle vittime, Tiziana Di Salvo e Franco La Torre. Con loro, anche i rappresentanti di sindacati, associazioni e, ovviamente, gli studenti di tre scuole del Nord, del Centro e del Sud che simbolicamente raccoglieranno il testimone generazionale dell’antimafia contro le nuove mafie e che saranno premiati per gli elaborati realizzati.

I numeri del progetto

“Il progetto educativo antimafia, sostenuto dal ministero dell’Istruzione, ha coinvolto più di 600 scuole registrando picchi di partecipazione alle singole videoconferenze, riconosciute dal ministero come lezioni di educazione civica, che hanno superato i 140mila contatti unici – dice Vito Lo Monaco, presidente del centro –. Due anni di isolamento sociale e lezioni a distanza hanno generato un sentimento di sfiducia forte, ma anche una percezione maggiore da parte degli studenti della capacità camaleontica delle mafie, pronte a sfruttare i varchi aperti dalla crisi pandemica così come dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Crescono interviste

Cresce anche il numero delle interviste, passate da 1.244 a 1.530, un campione non esaustivo, ma certo indicativo di una realtà studentesca che nel 99% dei casi ha tra i 14 e i 19 anni e che va ascoltata. In aumento anche la partecipazione delle scuole delle case di reclusione, passate, in un anno, da 9 a 17, sebbene il diffondersi dei contagi da covid19 abbia messo a dura prova la partecipazione dei detenuti, rendendola più saltuaria per le norme anti-assembramento. Per questo, è stato ritenuto particolarmente significativo il messaggio “Ci vuole cultura, ci vuole coraggio/ non ci adeguiamo, questo è il nostro viaggio” contenuto in un video realizzato dagli studenti dell’istituto penale minorile Bicocca di Catania, che ha ricevuto una menzione speciale.

Il dettaglio dell’indagine

Andando nel dettaglio dell’indagine, il 53,79% degli intervistati ritiene che il rapporto mafia-politica sia “abbastanza forte” e, nel 31,31% dei casi “molto forte”. La corruzione della classe dirigente è il fattore che più incide nella diffusione del fenomeno, sia al Nord (53,66%) che in Sicilia (45,56); al secondo posto, per gli studenti dell’Isola, c’è la mentalità dei cittadini (35,62%). “Educare i giovani alla legalità” è il primo passo che lo Stato dovrebbe compiere come azione di contrasto per il 24,38% degli studenti, seguito dalla necessità di “colpire la mafia nei suoi interessi economici” per il 20,92%, proprio come ha insegnato Pio La Torre. Interpellati poi sulla possibilità che la mafia possa essere definitivamente sconfitta, il 43,53% risponde negativamente, ma alta è anche la percentuale di coloro che non rispondono, pari al 30,13%.

La fiducia negli insegnanti

Se scetticismo e disincanto sembrano prevalere, si consolida, allo stesso tempo, la fiducia nei propri insegnanti, la categoria preferita per discutere di mafia (64,18%), seguita a distanza dai familiari (28,37%). Notevole l’incidenza della pandemia anche nel rapporto con il contesto: potendo dare due risposte, per i ragazzi impegnarsi per gli altri vuol dire “dedicarsi a chi ha bisogno” (69,87%), “difendere l’ambiente” (41,83%), e “fare volontariato in un’associazione” (32,16%). Sul versante delle fonti di informazione, il podio è occupato stabilmente dai social network, con il 79,54% delle preferenze, fanalino di coda i quotidiani cartacei con il 2,22%.

Le prime manifestazioni

Questa mattina una targa per ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo accanto al monumento realizzato da Mario Giuntini nel giardino Rosario Di Salvo di via Nazario Sauro. Il sindaco Leoluca Orlando con il vicesindaco Fabio Giambrone e gli studenti della “Rete Scuole Rosa Noce” ha scoperto la nuova targa in memoria di Pio La Torre e Rosario Di Salvo uccisi dalla mafia il 30 aprile 1982 “sempre vivi – si legge sulla targa affissa su un cippo – nei cuori e nelle lotte per il cambiamento”.

Una mattina all’insegna della partecipazione attiva degli studenti che con esibizioni artistiche hanno ricordato il sacrificio dell’ex dirigente del Pci e del suo collaboratore.  Presente alla manifestazione anche l’assessore Paolo Petralia Camassa.

“E’ con grande orgoglio – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – che oggi Palermo rende un altro doveroso omaggio a Pio La Torre e Rosario Di Salvo che sacrificando la propria vita hanno contribuito ad impedire che la mafia continuasse a governare questa città. Oggi tutti noi dobbiamo ringraziare la scuola palermitana che ci insegna a non abbassare la guardia contro il ritorno di un passato incivile. È un segno di vita, un modo per raccogliere i frutti di un seme che è stato un seme fatto di sangue e violenza ma che ora è diventato una pianta di vita”.

Per Fabio Giambrone “oggi è un giorno importante perché abbiamo scoperto una nuova targa, grazie al prezioso lavoro delle maestranze di Reset e Coime, dedicata a due martiri della lotta alla mafia in uno storico giardino della nostra città. Un modo per fare memoria attiva grazie anche all’impegno degli insegnanti e degli studenti che con passione difendono il valore della legalità”.

L’evento promosso dall’amministrazione comunale è stato organizzato da Pino Apprendi, Cristina Deleo, Sergio Infuso, Giovanna Genco, Anna Ponente, Sonia Spallitta.

L’evento di domani

All’evento di domani ci sarà la Cisl Palermo Trapani che parteciperà dalle ore 9,30 nel cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni a Palermo, alla commemorazione di Pio La Torre a quarant’anni dal suo assassinio. “Quel terribile attentato in cui morirono La Torre e il suo autista Rosario Di Salvo, il 30 aprile 1982 segnò l’inizio di quel duro decennio condizionato dalla guerra di mafia e che culminò nel 1992 alle stragi di Capaci e via D’Amelio. Un periodo – commenta il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana – che resta indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto accrescendo la coscienza antimafia e la consapevolezza che,solo la legalità, è la via per lo sviluppo della nostra terra”. “Aggredire i patrimoni mafiosi, l’intuizione di Pio La Torre, è e resta la strada per liberare la nostra economia, quella pulita che porta vero lavoro e crescita. Pio La Torre resta per noi grande esempio di impegno concreto nel contrasto alle azioni mafiose che negli anni hanno soffocato il nostro tessuto economico e impedendone la crescita, e di opposizione ad un sistema, quello delle infiltrazioni mafiose, che ancora oggi purtroppo in alcune realtà limita e condiziona il nostro futuro”, conclude La Piana.

Altro evento il 2 maggio

Lunedì 2 maggio a partire dalle ore 9 nell’aula “Borsellino” del dipartimento di Scienze Politiche e delle relazioni internazionali dell’università degli studi di Palermo in via Maqueda 324 si terrà un convegno dal titolo “Pio La Torre e il Pci tra la Sicilia e l’Italia”.

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