Un incremento del 25-30 per cento dei casi e, soprattutto, un “anticipo” della stagione epidemica con un trend che “se confermato nei numeri” rischia di rendere “insufficienti i posti letto disponibili” con la conseguenza di “non poter far fronte alle esigenze assistenziali in urgenza”. Anche a Palermo l’epidemia di virus respiratorio sinciziale che sta colpendo in tutta Italia bambini piccolissimi, con le terapie intensive tornate a riempirsi, preoccupa. Nei numeri e in prospettiva.

+25/30% rispetto al 2020

“In parte era una situazione attesa – dice all’Adnkronos il professore Giovanni Corsello, direttore dell’Unità operativa complessa di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Palermo -. L’anno scorso con il lockdown e la chiusura delle scuole la circolazione di questi virus respiratori si è quasi azzerata per riprendere adesso con il ritorno alla socialità”.

Anticipo dell’influenza

“A Palermo abbiamo registrato non solo un maggior numero di bambini, anche di età prescolare, che si ammalano – spiega -, ma soprattutto un anticipo di queste infezioni che normalmente compaiono più tardi, a inverno inoltrato, nei mesi di gennaio-febbraio. Quest’anno, invece, già a settembre abbiamo avuto dei casi, anche di neonati, con infezioni respiratorie gravi che hanno avuto bisogno di ricovero in terapia intensiva o semi-intensiva”.

Trend che preoccupa i pediatri

Un trend nazionale che trova piena conferma nel capoluogo siciliano e che preoccupa i pediatri. “Siamo in allarme perché i numeri attuali lasciano prevedere che ci sarà un aumento di casi e, di conseguenza, anche di quelli potenzialmente gravi”, sottolinea Corsello.

Allarme sui posti letto

Il rischio? “Che il sistema ospedaliero non sia in grado di rispondere alle esigenze di ricovero di neonati e bimbi in terapia intensiva e semi-intensiva”. Un rischio assai concreto. Almeno a giudicare dai numeri.

“All’ospedale dei bambini ‘Di Cristina’ non c’è un reparto di terapia semi-intensiva pediatrica perché le ristrutturazioni sono in corso – spiega Corsello -. A Villa Sofia ci sono solo quattro posti letto, assolutamente insufficienti già in condizioni epidemiche normali e che quest’anno sicuramente non potranno far fronte alle richieste“.

Non va meglio sul fronte dei posti letto di terapia intensiva neonatale. “Al Cervello sono dimezzati perché una parte è riservata ai neonati con il Covid. Stesso discorso vale da noi al Policlinico, dove i posti di Intensiva sono quattro e quelli di semi-intensiva sette a fronte di una disponibilità che avevamo, e che speriamo di poter riavere il prima possibile, di otto posti di Terapia intensiva neonatale e di 16 di Terapia semi-intensiva“.

Vaccino antinfluenzale  nelle farmacie

Dal 22 ottobre il Governo ha dato il via alla vaccinazione antinfluenzale nelle farmacie. Il vaccino antinfluenzale è particolarmente raccomandato per persone di età dai 60 anni in su, per persone ad alto rischio di complicazioni a causa di patologie croniche già esistenti, per il personale sanitario e di pubblica utilità (Forze dell’ordine, ecc…), per le donne in gravidanza e per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni.

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