Lettera aperta di appello a Giorgia Meloni nel giorno in cui entra in vigore la condizione di insularità in Costituzione. Il motivo della lettera sta nel fatto che “nel ddl di bilancio che inizia il percorso parlamentare non vi sono gli auspicati riscontri in termini di continuità territoriale, fiscalità di sviluppo e perequazione infrastrutturale”. Ad inviare la lettera Gaetano Armao, presidente Associazione “per l’insularità”, nonché ex vicepresidente della Regione siciliana ed ex assessore regionale all’Economia, che a lungo si è battuto proprio per il riconoscimento dell’insularità in Costituzione. Ecco il testo della lettera.

Entra in vigore la modifica dell’articolo 119 della Costituzione

La missiva inizia così: “Illustre Presidente, oggi è un giorno solenne! Entra in vigore la modifica dell’art. 119
della Costituzione (legge cost. n. 2 del 2022) che prevede il riconoscimento da parte delle Istituzioni repubblicane delle peculiarità delle Isole e l’obbligo delle stesse di “promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.
Ci rivolgiamo a Lei, che guida il Governo ed ha anche sottoscritto il testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, come cittadini insulari in un momento significativo che giunge al culmine di un lungo percorso istituzionale, politico e culturale che ha consentito il riconoscimento della condizione di insularità nella Costituzione repubblicana”.

Oltre 6,5 milioni di italiani vivono nelle isole

Prosegue Armao: “Un giorno importante per gli oltre 6,5 milioni di italiani di Sicilia e Sardegna, ma anche di quelle dei relativi arcipelaghi e di quelle minori, per le Istituzioni locali, regionali e funzionali che li rappresentano, per le associazioni, le organizzazioni datoriali e sindacali ed partiti politici che hanno condotto una battaglia politica accolta con grande attenzione e disponibilità dal Parlamento che ha approvato l’auspicata modifica costituzionale celermente e con ampia maggioranza.
L’iniziativa legislativa promossa dai fratelli sardi, quelle condotte dai siciliani a livello regionale ed europeo, consentono oggi di ritenere raggiunto un rilevante obiettivo che da all’Italia un ruolo guida a livello continentale sui temi dell’insularità”.

I motivi dell’appello

Viene poi spiegata la motivazione di invio della lettera: “Vogliamo tuttavia rivolgerLe un appello poiché, proprio mentre prende l’avvio l’esame parlamentare dell’ampio “disegno di legge di bilancio 2023” e nonostante l’entrata in
vigore della riforma costituzionale, nessuna misura, intervento, neanche quale riferimento testuale, esso introduce sulla condizione di insularità, se si eccettuano le disposizioni riguardanti il collegamento stabile, viario e ferroviario tra la Sicilia ed il continente, destinato a svolgere i propri effetti nei prossimi anni (art. 82) e che hanno una valenza di tipo preminentemente tecnico e processuale”.

Trovare adeguate risposte

Armao, a conclusione della lettera, entra nel dettaglio: “Le misure compensative e perequative (dalla continuità territoriale, alla fiscalità di sviluppo, alla perequazione infrastrutturale) possono trovare nella legge di bilancio, soprattutto nella prima che vede la luce dopo l’entrata in vigore della modifica costituzionale, adeguate risposte pur nella difficile congiuntura economico-sociale che attanaglia l’Italia e per questo chiediamo l’intervento del Governo che Lei guida.
Mi permetto, altresì, di inviarLe copia del volume “Condizione e costi dell’insularità” curato sul tema a livello europeo e che oggi viene pubblicato per i tipi di Rubettino e che raccoglie le posizioni dei leader e di studiosi dell’insularità a livello europeo.
Grati dell’attenzione riservata si porgono i più distinti saluti”.

Il disco verde da Montecitorio lo scorso luglio

Il 28 luglio scorso era arrivato il via libera definitivo alla modifica della Costituzione che riconosce l’insularità della Sicilia. Questo significa che ne riconosce gli svantaggi territoriali, con buone prospettive di crescita per il territorio in termini di investimenti. Il governo regionale, con Armao e l’ex governatore Musumeci, avevano esultato.

Cosa significa essere isola

Essere un’isola, è il ragionamento alla base del ddl approvato, comporta enormi costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Secondo uno studio essere isola, con le difficoltà collegate ai trasporti e ai collegamenti, costa alla Sicilia tra i 6,04 e i 6,54 miliardi di euro l’anno, un valore tra il 6,8 e il 7,4% del Pil regionale. Questo si traduce di fatto in una sorta di tassa occulta quantificabile in circa 1.300 euro a testa per ogni cittadino siciliano, neonati compresi.

I vantaggi

Attraverso successivi strumenti legislativi la Sicilia avrà dispositivi per colmare il divario che separa cose e persone delle isole dal resto dei cittadini. Questa riforma permetterà, inoltre, di guardare alle isole grandi e piccole come un patrimonio da valorizzare non solo dal punto di vista turistico, ma anche di ciò che ne fa un elemento di ricchezza per il nostro Paese.

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