Prima la gara deserta sui collegamenti con le isole minori, ora il rischio della perdita di lavoro per oltre 300 persone. A lanciare l’allarme è il deputato regionale di Forza Italia Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio all’Ars.

“A causa del bando di gara per garantire i collegamenti con le isole minori ma andato deserto – osserva il deputato forzista – non aumentano solo le incertezze sui servizi da offrire all’utenza. Sono già scattati 159 avvisi di licenziamento collettivo per il personale marittimo coinvolto, che aumenteranno a 300 se includiamo i trasporti veloci”.

“Opportuno concedere proroga medio-lungo termine”

Continua Savona: “È per tale motivo che ritengo opportuno concedere una proroga di medio/lungo termine, la quale potrà garantire innanzitutto il posto di lavoro ai tanti soggetti coinvolti, oltre alla garanzia di una programmazione più oculata, al fine di tutelare i collegamenti tra isole, che per il nostro territorio sono essenziali”.

Il bando è andato deserto

Deserta la gara bandita dalla Regione per i collegamenti con navi e aliscafi tra la Sicilia e le isole minori. Nessun armatore, infatti, ha presentato offerte per i servizi integrativi di trasporto marittimo. La Regione ha deciso, così, per una proroga degli attuali servizi. Tali servizi continueranno quindi ad essere svolti da Caronte & Tourist e da Liberty Lines. A meno che gli armatori non dovessero rifiutare la proroga.

Caronte & Tourist ha avviato le procedure di licenziamento

Intanto, Caronte & Tourist ha avviato “le procedure di licenziamento collettivo del personale fino a oggi impiegato sulle tratte oggetto di gara”. La società lo ha annunciato nei giorni scorsi con una nota che spiega i motivi per cui non ha presentato offerte al bando emanato dalla Regione.

“La nostra decisione – ha spiegato Tiziano Minuti, responsabile del personale e della comunicazione – ha origine da valutazioni oggettive sui contenuti tecnici ed economico-finanziari dei bandi. Ci riferiamo in particolare ai vincoli per l’età massima del naviglio, evidentemente escludenti per i noti requisiti anagrafici della nostra flotta; alla generalizzata riduzione della base d’asta; ai maggiori oneri legati alla previsione dei costi operativi indeducibili; all’inasprimento delle penali per mancata sostituzione del naviglio fuori servizio entro le 96 ore – tali da vanificare in questi casi, tutt’altro che infrequenti e/o improbabili, la redditività prevista – al margine di remunerazione contrattuale massimo cui l’esercente può aspirare, che lo rende del tutto inadeguato rispetto al rischio d’impresa”.

“In altre parole, non si garantisce un margine di profitto ma si preannuncia una perdita quasi certa” sottolinea Caronte & Tourist, definendo i bandi “perfino irragionevoli in alcuni passaggi”. Il gruppo armatoriale ha per questo motivo promosso un ricorso al Tar, anche se poi ha rinunciato all’istanza cautelare. Non al giudizio di merito della causa, però, che i giudici amministrativi hanno fissato il 14 gennaio 2022.

Conclude la società: “Come contrattualmente previsto continueremo a garantire il servizio fino al 31 dicembre 2021. Lo faremo con l’orgoglio e il rammarico di chi lo ha reso per decenni con riconoscimenti da parte di committenti e clientela”.

Il piano da 300 milioni

Il piano quinquennale da trecento milioni si articolava su 43 linee fra i principali porti di Sicilia e le isole minori. Si stimava che il numero di miglia nautiche annualmente percorse avrebbe superato il milione e 400mila, grazie a un investimento regionale di oltre 60 milioni per anno. Tra le novità era prevista anche una nuova linea, la Cefalù-Lipari.