Quasi 10 milioni di euro per aumentare le ore settimanali dei lavoratori Asu dei musei e dei siti dei beni culturali, oltre che per quelli in servizio nei Comuni e in altri enti pubblici. Una decisione presa lo scorso agosto dall’Assemblea Regionale Siciliana che ha autorizzato la norma per l’esercizio finanziario 2022, le cui ripercussioni pratiche sono ancora da chiarire. Sono state molte, infatti, le richieste di precisazioni da parte degli enti attuatori delle attività socialmente utili, per cui il dirigente generale del dipartimento regionale del lavoro, Gaetano Sciacca, ha ritenuto utile mettere in chiaro diversi punti.

Funzioni di supporto

Tutte domande che vertono su questioni tecniche. Gli Asu sono personale non qualificato e precario, che possono svolgere funzioni basilari e quindi di supporto agli uffici. Come evidenzia il dirigente Sciacca, “per attività socialmente utili (Asu) si intendono le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi svolte mediante l’utilizzo dei soggetti percettori di sostegni al reddito, quindi in stato di svantaggio nel mercato del lavoro che, in questo modo, sono impiegati a beneficio di tutta la collettività”. Si tratta, quindi, di personale che non ha una preparazione specifica, che possono essere utilizzati per mansioni basilari.

I chiarimenti sull’integrazione oraria

Nella nota del dipartimento, si chiarisce espressamente che l’integrazione oraria per singolo lavoratore socialmente utile concorre al completamento delle ore massime settimanali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro degli enti locali; pertanto, tale integrazione oraria non potrà essere superiore a 16 ore settimanali, e non è consentito il recupero delle ore di integrazione non prestate. I pagamenti dell’integrazione oraria verranno erogati direttamente dal dipartimento Lavoro ai singoli lavoratori socialmente utili, sulla scorta degli elenchi riepilogativi redatti dagli enti utilizzatori su apposita modulistica che verrà messa a disposizione a breve. Restano a carico degli enti gli oneri inerenti la regolarizzazione dell’Inail e della Rct verso terzi, nonché la responsabilità dei medesimi, la gestione e controllo delle presenze dei lavoratori.

La galassia dei precari

I dieci milioni di euro andranno per un aumento di ore di precari, sulla carta “soggetti svantaggiati” inseriti nell’elenco speciale ad esaurimento con l’obiettivo di essere impiegati in attività di pubblica utilità. I lavoratori socialmente utili sono migliaia in tutta l’Isola e vivono letteralmente in un limbo: non hanno un contratto, non godono di ferie e malattie. Non avendo un contratto effettivamente subordinato non possono svolgere alcune mansioni perché per loro non sono previste indennità accessorie come, ad esempio, il “rischio” o il “disagio”, né possono accedere a corsi di formazione o ottenere scatti di anzianità e mansioni superiori. E non ci sono solo loro: 700 contrattisti della Regione, mille operai dei Consorzi di Bonifica, migliaia di operatori della formazione professionale a cui si aggiungono 28 mila forestali che lavorano, però, solo sei mesi per anno.

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