Blitz della Guardia di Finanza nei locali della Blutec a Termini Imerese ma anche in altre sedi della società in giro per lo stivale.

Nell’occhio del ciclone ci sono i finanziamenti ottenuti dall’impresa del Gruppo Metec fin dal 2014.  Nei giorni scorsi, gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo si sono presentati negli uffici dello stabilimento termitano e presto la notizia si è diffusa in città.

La Blutec, infatti, deve ancora restituire 21 milioni di euro della prima tranche del finanziamento ricevuto da Invitalia, che è stato revocato per il mancato rispetto dei tempi di riavvio della produzione. Gli investigatori hanno, adesso, acquisito file e fatture per verificare come eventualmente siano stati spesi quei soldi visto che l’impresa si è detta non in condizione di riversare le somme

La situazione Blutec è stata al centro di un incontro lo scorso 4 ottobre al ministero dello Sviluppo economico e in quella occasione si era parlato anche della restituzione dei 21 milioni.

L’impresa ammette il proprio debito e avrebbe raggiunto un accordo per la restituzione ma non ci sarebbe ancora alcun documento ufficiale. L’interesse di Blutec sarebbe quello di ottenere una opportuna dilazione per poter, nel frattempo, proseguire nel percorso per il pieno riavvio di Termini.

Ma la Procura di Termini Imerese, intanto, vuole capire dove sono finiti quei soldi e come sono stati usati per essere certa che dietro questa operazione non ci siano illeciti ma solo difficoltà imprenditoriali.

Sul fronte del rilancio dello stabilimento solo un centinaio di metalmeccanici, sui 700 ex Fiat, è rientrato al lavoro da quando Blutec, due anni fa, ha riaperto lo stabilimento. Le aziende dell’indotto hanno chiuso, i dipendenti licenziati e rimasti senza sussidio.

Erano due i progetti ‘ipotizzati’ da Blutec per l’area industriale: uno da 95 milioni di euro riguardava la produzione di componentistica per auto; l’altro da 190 mln di euro la produzione di auto ibride. Il primo aveva ricevuto il vaglio di Invitalia, il secondo no. L’accordo di programma quadro, siglato quattro anni fa, destinava 360 milioni di euro tra fondi statali e regionali per la riqualificazione dell’area. Progetti sui quali i sindacati hanno manifestato tante perplessità al Mise. La Fiom e il sindaco di Termini Imerese hanno chiesto al governo di avviare la ricerca di nuovi investitori industriali e altre aziende che possano realizzare il piano di reindustrializzazione e rioccupazione dei lavoratori.

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