“Anche con l’approvazione dell’ultima Finanziaria di questa legislatura abbiamo definitivamente messo nel dimenticatoio le vecchie leggi omnibus approvate di notte. Abbiamo proseguito con un metodo inaugurato nel 2013 e che siamo riusciti ad applicare anche a questa sessione di bilancio, la più a rischio chiaramente, viste le imminenti elezioni regionali”.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, esprime soddisfazione per l’approvazione stamattina della legge di stabilità e del bilancio regionale per il 2017.

“Nel merito delle norme approvate – riprende Ardizzone – si può essere d’accordo o no, come è normale che sia, ma certamente tutti i parlamentari hanno potuto esprimere, alla luce del sole, le proprie opinioni. Saranno i siciliani a giudicare”.
“Anche sul piano dei corretti rapporti istituzionali tra Parlamento e amministratori locali, abbiamo inaugurato una nuova e proficua stagione, che spero possa essere d’esempio a chi verrà dopo, sia al vertice dell’Ars che a quello del governo regionale”.

“Al termine di un complesso percorso d’aula abbiamo approvato una manovra utile, snella e finanziariamente solida. Le norme approvate contengono misure in favore di settori e categorie che da troppo tempo aspettavano risposte”. Lo dicono il presidente Alice Anselmo, il vice presidente Giovanni Panepinto ed i parlamentari del gruppo PD all’Ars a proposito dell’approvazione della manovra economica.

“Il Partito democratico si è battuto in particolare per le misure a favore dei disabili, per l’esenzione del ticket per gli inoccupati, per i consorzi di bonifica (per il contenimento del costo dell’acqua per uso irriguo) e per le garanzie occupazionali in favore del personale, per le misure a sostegno degli ex sportellisti multifunzionali, per i lavoratori ASU e per il loro percorso verso la stabilizzazione, per l’Aras e il sostegno ai suoi dipendenti.

Ci siamo impegnati inoltre – spiegano – in favore dei Comuni siciliani e dei sindaci che non dovranno più subire l’ingiustizia della decadenza per la mancata approvazione dei bilanci spesso conseguenza dei ritardi di altre istituzioni,ripristinando le condizioni di governabilità degli Enti locali.

I risparmi che arriveranno dal riacquisto dei beni immobili da parte della Regione permetteranno di tagliare ogni anno milioni di euro fino a questo momento spesi per gli affitti: un’operazione della quale tanto si è discusso ma che porterà tanti benefici alle finanze regionali.

E’ stata l’ultima finanziaria di questa legislatura – concludono i parlamentari del PD – che conferma il percorso di rafforzamento dei conti e tagli agli sprechi intrapreso in questi cinque anni, che ci porta oggi ad avere un bilancio finalmente solido che ci permette di tornare a programmare mettendo di nuovo al centro i siciliani, grazie anche alle misure che abbiamo proposto e che sono state inserite nel cosiddetto ‘ddl collegato’ che sarà in aula nei prossimi giorni”.

Ottimista anche Marco Forzese, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Ars “E’ prevalso in tutti il senso di responsabilità approvando oggi definitivamente la legge finanziaria. La sessione di bilancio ha lasciato in tanti motivi di disappunto che devono essere superati nell’interesse della Sicilia. Chiedo, comunque, che si incardini il disegno di legge collegato alla finanziaria in maniera che, dalla prossima settimana, si possa lavorare a quelle norme stralciate dalla manovra che riguardano tanti settori produttivi dell’Isola, i Comuni e le categorie disagiate. Con un buon lavoro di sintesi si potrà varare una legge per risposte ai siciliani”.

Ma non sono in pochi ad essere di parere opposto e a criticare aspramente la Finanziaria. A partire dagli onorevoli Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS e Giorgio Assenza che scrivono: “Come da copione l’Aula di Palazzo dei Normanni ha licenziato questa mattina la finanziaria del nulla. Pochi gli articoli, nessuno dei quali volto allo sviluppo, e tesi soltanto a mettere una pezza alle numerosissime emergenze rimaste sul tappeto dopo cinque anni di malgoverno della Sicilia. A questo si aggiunge la norma truffa di una operazione immobiliare fallimentare, che tenta di fare cassa sottraendo soldi al fondo pensioni dei lavoratori regionali. Unica nota positiva, l’approvazione del provvedimento proposto da Forza Italia, riguardante la destinazione di 115 milioni di euro per l’impiantistica sportiva e la riqualificazione urbana. Dunque nulla di nuovo sotto il sole, da parte di un governo regionale nato sotto i peggiori auspici, e che via via si è contraddistinto per insuccessi e pasticci. Questa legge finanziaria è purtroppo il quadro più fedele di un disastro che avevamo annunciato”.

“Neanche una finanziaria omeopatica, mai vista nella storia della Regione siciliana, ha messo il Parlamento nelle condizioni di trovare un accordo che fosse dignitoso per se stesso e, soprattutto, che non deludesse ancora i milioni di siciliani che lo guardano con crescente disistima – dichiara Lucia Pinsone, Presidente del movimento Vox Populi.
“Invece, ci sono voluti sms e telefonate per forzare in Aula il numero di deputati necessario ad approvare poche norme, quasi tutte non condivisibili.
A cominciare dallo scippo mascherato da investimento anni ’50 nel mattone, inventato da questo geniale consesso ai danni dei regionali. Duecento milioni di euro del loro Fondo pensione non possono essere sostituiti da un patrimonio immobiliare che vale pochissimo e, soprattutto, non si possono addossare sulle spalle dei dipendenti pubblici le sorti di una finanziaria che, senza quel denaro, non si sarebbe retta in piedi.
I regionali non sono una casta di sfaticati ben pagati e, se anche lo fossero, non potrebbero ugualmente fungere da bancomat per un governo e una maggioranza – o forse definire tali gli interlocutori istituzionali dei siciliani è eccessivo – incapaci di fare, banalmente, il proprio lavoro.
Peggio faranno tra pochi giorni nell’esaminare – forse – tutte le norme che sono saltate dalla finanziaria 2017: a salvare quel che rimane delle loro facce, solo rapide dimissioni eutanasiche. – conclude Pinsone.

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