In cinque in fuga dal centro di accoglienza di Messina, ben 50 da Porto Empedocle, in  tre scappano da Lampedusa. Tutto solo nella giornata di ieri. Il giorno precedente in 28 erano fuggiti dal centro fra Ragusa e Comiso ferendo anche un carabiniere che cercava di fermarli. In precedenza altri due dal Ragusano, 24 da Bisconte, uno, positivo al covid19, dall’hotel San Paolo di Palermo e così via. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Sono i migranti che sbarcano in Sicilia e che sempre più spesso aspettano l’occasione e fuggono dal centro dove sono accolti e in buona parte fanno perdere definitivamente le proprie tracce.

A volte scappano perchè sono in troppi, ammassati, senza spazio quasi neanche per respirare. Altre volte solo perchè non vogliono essere semi reclusi, vigilati come per quelli in quarantena al San Paolo di Palermo dove nonostante tutti i confort uno si è allontanato perchè non voleva fare la quarantena anche se poi è tornato, sembra spontaneamente.

La situazione è sempre più complessa da un punto di vista sanitario e di pubblica sicurezza. Le forze dell’ordine sono insufficienti. Poche decine di agenti non possono contenere la pressione di centinaia di uomini che vogliono uscire.

In questa situazione cresce sempre di più la tensione per il montaggio della tendopoli fra Vizzini e Militello Val di Catania. Una struttura da usare solo in caso di necessità, di emergenza. Solo se i posti sulle navi e nei centri fossero esauriti. Una struttura per la quarantena di 300 miogranti ma in un’area vicina ai siti Unesco. Lo Stato la sta realizzando ma la Regione si oppone. Chi garantisce che non scapperanno?

Musumeci protesta e a Messina protesta anche il sindaco De Luca “Ho appreso che altri cinque migranti sono fuggiti dall’hotspot di Bisconte, gli stessi del gruppo dei trenta che qualche notte fa è arrivato in città. Tutto ciò mi amareggia perché ho dato la mia disponibilità al Prefetto di Messina affinché si potesse continuare a utilizzare la struttura in sicurezza, nelle more che venga chiusa. Avevo infatti preteso che tutto ciò andava bene a patto che non si verificassero più situazioni incresciose come quella di qualche settimana fa. Ricordo che ancora ci sono una ventina di migranti a piede libero, di cui non si ha nessuna traccia. A questi si aggiungono gli altri cinque. A questo punto dico basta perché la pazienza ha un limite. Invito il Prefetto ad alzare la voce per non consentire più che i migranti siano dirottati all’interno dell’hotspot di Bisconte, il quale ribadisco essere abusivo e inadeguato. La invito anche a sollecitare chi di dovere per giungere alla conclusione dell’istruttoria e mettere un punto su questa spiacevole vicenda. Darò una settimana di tempo, oltre la quale non sopporterò più tali soprusi. Se le cose non cambieranno, lunedì ci sarò io all’interno dell’hotspot e non mi muoverò fino a quando non raggiungerò l’obiettivo: la chiusura definitiva”.

Intanto altri 370 migranti vengono spostati al Cara di Pian del Lago di Caltanissetta dove gli ultimi 20 migranti che hanno terminato la quarantena saranno smistati in altre città italiane e lasceranno il posto ai nuovi profughi. “A Caltanissetta arriveranno altri 80 militari dell’esercito a protezione del Cara – ha annunciato il sindaco Roberto Gambino – e due squadre della Polizia di Stato. Sono sempre troppo pochi, così non va bene. La struttura sarà evacuata come ho chiesto ma aspettiamo altri arrivi. Quasi tutti gli ospiti hanno chiesto asilo politico e seguiranno il loro iter”.

“Nel corso del Comitato ordine e sicurezza in Prefettura – ha aggiunto – ho fatto presente che non è possibile gestire un’emergenza senza uomini, forze, sicurezze, garanzie. È umano immedesimarsi nella situazione di ciascuno di loro, storie, vite, famiglie. Porto Empedocle è al collasso, l’ho visto con i miei occhi, è una situazione di accoglienza ai limiti della sopravvivenza, quasi da girone dantesco. Ma la mia città va tutelata, l’ho detto dinnanzi le più alte cariche dello Stato e lo ribadisco adesso”.

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