Tramonta il sole sul Pd di Sicilia. Almeno nella partita dei sottosegretari. Dopo che tutti i nomi ‘renziani’ circolati sono risultati solo frutto della fantasia di chi scrive in piedi era rimasto un solo nome, quello di Teresa Piccione, ma a conti fatti i sottosegretari in casa dem, per effetto degli accordi, saranno solo 17 e fra questi potrebbe non esserci nessun siciliano. Ciò per due motivi: da una parte il fatto che la partita la guida Franceschini e le priorità sembrano decisamente essere altre rispetto alle risposta da dare ai siciliani che sono saltati in massa sul carro del vincitore (in casa dem dopo che i renziani sono passati in minoranza). Il secondo motivo è più politico e riguarda gli equilibri con gli alleati. la pattuglia siciliana fra Camera è Senato non è sufficientemente forte per giustificare altri sottosegretari dopo la nomina di Provenzano quale ministri per gli affari regionali.

A rappresentare la Sicilia nel nugolo dei sottosegretari giallorossi potranno esserci, invece, almeno un paio di 5 stelle. ma anche lì la situazione non è semplice e, sottobanco, le guerre intestine in casa gialla esistono anche se vengono smentite.

In pole position ci sarebbe Giancarlo Cancelleri. Il Vice presidente dell’Ars, vicino a Luigi Di Maio era già stato indicato nel novero dei possibili ministri ma non ce l’ha fatta. potrebbe andare a ricoprire l’incarico di sottosegretario alle infrastrutture.

Il secondo nome per la nomina dell’eventuale doppietta sembra essere quello di Stefania Paxia che aspirerebbe al posto di Di Stefano che punta ad essere confermato agli Esteri

A contrastare fortemente questa ipotesi c’è l’idea, invece, di dar spazio ad altri due personaggi che sono emersi in questi mesi ovvero Francesco D’Uva e Alessio Villarosa. D’Uva andrà quasi sicuramente alla Cultura e questo farebbe rimescolare le carte anche fra gli altri aspiranti. In questo caso potrebbe entrare nella partita come sottosegretario alla sanità il palermitano Giorgio Trizzino.

Le pedine sono tutte sullo scacchiere. Sarà personalmente Luigi Di Maio a fare i tagli e presentare a Conte la sua lista

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