Sorprese su sorprese. Dopo il buco che cresce, improvvisamente il buco che si riduce. La giunta regionale di governo riunita ieri sera a Palazzo d’Orleans ha trovato in un cassetto 255 milioni di euro che serviranno a coprire parte del maggior  disavanzo da 380 milioni determinatosi per effetto della sentenza di parifica del rendiconto 2018 della Regione da parte della Corte dei Conti.

255 milioni che non basteranno ma riportano il danno  a cifre più contenute. Per chiudere il 2019 serviranno ancora da 125 a 150 milioni di euro da trovare.

Beh che i 255 milioni siano stati trovati in un cassetto, naturalmente è una forzatura giornalistica, una goliardia per descrivere una situazione che sembra assurda. In realtà la Regione era pronta a coprire un buco da 260 milioni perchè questo era l’importo che aveva previsto uscisse dalla parifica della corte dei Conti (poi chiusa, invece, ad altri importi).

Di fatto il ‘disallineamento’ da coprire nel 2019 sancito dalla Corte è di 1 miliardo 103 milioni m una parte era già accantonati, circa 600 milioni, mentre un’altra parte erano stati risparmiati, circa 123 milioni.

Adesso si trovano questi 255 ma non sono tagli senza effetto. Una parte sono risparmi frutto del blocco dei pagamenti. La Sicilia non ha più speso nulla se non per stipendi, bollette e spese obbligatorie, da fine agosto fino ad oggi inattesa della sentenza della Corte. E questo ha procurato risparmi importanti ma non senza costi sociali.

Di fatti per mettere insieme 255 milioni solo 6 milioni sono reali risparmi dovuti a pensionamenti non andati a buon fine e dunque tfr non pagati. Gli altri sono tagli, cose che vengono meno.

A pagarne il conto sono i contributi alle scuole per l’infanzia che perdono circa 4 milioni, gli enti per il diritto allo studio che ne perdono altri due milioni. Due milioni vengono dall’assessorato Energia che taglia qui e lì a colpi da 100mila euro.

L’Assessorato all’economia taglia fondi agli agenti di riscossione ma anche alla Protezione civile con  un milione in meno sul fondo per le calamità naturali, due mezzo risparmiati sugli affitti.

Ma il contributo più consistente viene da 45 milioni della sanità non spesi fra farmaci innovativi, assistenza agli immigrati, formazione dei medici. Soldi che vengono dalla compartecipazione al Fondo sanitario e dunque il cui taglio non è proprio’ pacifico’ e potrebbe essere oggetto di future contestazioni della Corte dei Conti come già avvenuto in passato.

Nei trasporti Birgi perde 4 milioni e mezzo, E poi ci sono i precari ai quali vengono sottratti 4 milioni e mezzo fra ex Pip ed Lsu. Tagli non senza conseguenze sociali. E ancora non bastano

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