Si va verso l’esercizio provvisorio almeno per due mesi. Le direttive, come si legge in una nota, prevedono la garanzia del pagamento di tutti gli stipendi e l’applicazione di apposite formule per il recupero di eventuali mensilità di stipendi pregressi.

Con la seduta di ieri sera, infatti, il governo Musumeci ha dato agli uffici finanziari le linee-guida per l’elaborazione dell’esercizio provvisorio, che verrà approvato a Palazzo Orleans entro fine anno.

Dopo la firma del capo dello Stato, la Gazzetta ufficiale della Repubblica ha pubblicato il decreto legislativo che autorizza la Regione Siciliana al ripiano in dieci anni del disavanzo 2018.

La norma consente oggi di approvare l’assestamento, in linea con le risultanze della parifica, oltre che alleggerire il ripiano del disavanzo nel 2020, ’21 e ’22. Intanto, con la seduta di ieri sera, il governo Musumeci ha dato agli uffici finanziari le linee-guida per l’elaborazione dell’esercizio provvisorio, che verrà approvato a Palazzo Orleans entro fine anno. Le direttive prevedono la garanzia del pagamento di tutti gli stipendi e la applicazione di apposite formule per il recupero di eventuali mensilità di stipendi pregressi.

“Con la parifica arrivata il 13 dicembre – osserva il presidente della Regione – gli uffici finanziari hanno avuto appena sette giorni lavorativi per approntare tutti gli strumenti necessari: ci sono riusciti. Li ringrazio di cuore per il particolare impegno che stanno profondendo, anche in queste ore. Per le stesse ragioni voglio esprimere apprezzamento al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, al presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona e ai deputati componenti. Entro giorno 31 l’esercizio provvisorio, limitato a soli due mesi, arriverà all’Ars che potrà esaminarlo già ai primi dell’anno nuovo. Entro gennaio, comunque, la Giunta licenzierà anche i disegni di legge del bilancio definitivo e di Stabilità, senza più alcun collegato”.

“La Regione, così, potrebbe avere i suoi strumenti contabili operativi già a febbraio, per evitare agli enti locali di dovere attendere fino al mese di maggio, com’era triste prassi nel passato”, conclude il governatore.

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