La Rinascente di via Roma a rischio chiusura è la drammatica fotografia del collasso economico di una città mal governata, che oltre dovere fare i conti con la crisi fisiologica dei consumi scotta anche il peso della zavorra di una amministrazione che nulla sa fare per sostenere i commercianti e le attività produttive in difficoltà, se non addirittura affossarli con scelte sciagurate, come la Zona a traffico limitato, utili solo a fare cassa”.

Lo dichiara Alessandro Anello, commissario provinciale della Lega Palermo e vicepresidente della commissione consiliare Attività produttive, in riferimento al braccio di ferro fra il gruppo Rinascente e la società di gestione del risparmio che ha il palazzo che ospita il grande magazzino dal 2011 sul contratto d’affitto da 2 milioni e 400 mila euro l’anno in scadenza il 30 settembre che potrebbe non essere più rinnovato.

Solidarietà agli oltre 300 lavoratori di Rinascente fra dipendenti e indotto che hanno annunciato due giornate di sciopero l’11 e 12 settembre – conclude Anello – per alzare i riflettori su un futuro incerto che non è solo il loro, ma quello di un’intera città alle prese con altre importanti vertenze di lavoro aperte, da Auchan a Coop, che dipingono un panorama davvero nerissimo”.

L’addio di Rinascente già paventato nei mesi scorsi in mancanza di una ricontrattazione del canone d’affitto ritenuto fuori mercato diventa sempre più vicino.
I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione con sit- in per entrambe le giornate in piazza San Domenico.

Le trattative per evitare la chiusura non hanno sortito gli effetti sperati. A confronto da una parte il gruppo Rinascente, dall’altra Fabrica Immobiliare, la società di gestione del risparmio che ha il palazzo di via Roma, che ospita lo store dal 2011, per conto di investitori previdenziali fra cui Inarcassa. Niente rinnovo: da quello che trapela, la certezza è che il contratto non verrà rinegoziato.

Da nove anni il canone è di due milioni e 400 mila euro l’anno per un immobile di oltre 4 mila metri quadrati. Un costo che Rinascente ritiene troppo alto rispetto al valore di mercato. La proposta al ribasso dei costi annui dell’affitto più recente risale a quattro mesi fa ma sarebbe stata rifiutata. Angoscia tra i dipendenti. Un solido indotto che, come detto, fra lavoratori diretti e indiretti sfiora le 300 unità. L’ennesima batosta per il centro storico che vede chiudere un altro negozio. Con il rischio che l’immobile rimanga vuoto a lungo.

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