Un pretesto, quello dell’inaugurazione della sede permanente della Leopolda siciliana, diventato qualcosa di più così com’era negli intenti per ‘non mandarle a dire’ su politica regionale, amministrative in vista e bilancio post referendum.
Così si può sintetizzare la conferenza stampa del neo sottosegretario alla Salute Davide Faraone che dalla sua Palermo fa la prima apparizione pubblica dopo la nuova nomina. Un’occasione per parlare ancora una volta chiaro su tutti i fronti in primiis sulla politica regionale, tema assai caro e di interesse per il Sottosegretario.
Ma conclusa, o quasi, la stagione dei j’accuse nei confronti dell’attuale Governatore Rosario Crocetta, si pensa agli scenari futuri e agli equilibri ancora tutti della ‘campagna’ d’autunno delle regionali.
Intanto sì alle primarie, senza se e senza ma, “Quando faccio riferimento a percorso come le primarie non lo faccio perche’ voglio attaccare qualcuno, ma perche’ penso che sia uno strumento di innovazione. Se i percorsi di selezione della classe dirigente tornano quelli di un tempo, saranno i notabili e mai i cittadini a stabilire i successori”.
Un’operazione che non può partire secondo Faraone, plenipotenziario di Renzi in Sicilia, da un’autocritica interna e dagli errori in linea con quanto dichiarato dall’ex premier Matteo Rerzi. “Dobbiamo ritrovare l’umilta’ che abbiamo perso in questi mesi -ha concluso- e riprendere un percorso che ci permetta di reazionarci con i nostri cittadini”.
Le parole di Faraone non possono prescindere dal risulto secco e negativo che l’Isola ha regalato sul referendum ma questo non significa dimenticarsi del cambiamento necessario dalla situazione attuale: “In Sicilia abbiamo un unico grande partito trasversale che non si differenzia e non costruisce percorsi alternativi a destra a sinistra, ed e’ quello della conservazione. Questo partito non sostiene un percorso del cambiamento. Noi, invece, dobbiamo sostenere il cambiamento”. Parole dure che senza troppe velature guardano all’attuale reggenza di Palazzo d’Orleans. “Il partito della conservazione e’ trasversale -ha proseguito- non credo di essere l’unico a essersi accorto che all’indomani della vittoria del ‘No’ al referendum tutto cio’ che avevamo ipotizzato si sta concretizzando: si e’ ripreso a parlare del proporzionale come sistema elettorale per le elezioni nazionali, delle Province, tutti temi che pensavamo estinti, una deriva che dobbiamo contrastare”.
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