Gianluca Colombino è il segretario regionale della Cisal. E’ il sindacato che ha più iscritti nello scalo Falcone Borsellino. Anche con lui dopo quanto abbiamo fatto con il sindaco di Cinisi proviamo a fare un bilancio sulla gestione dell’aeroporto e sulle nuove sfide che aspettano il Falcone Borsellino.

Facciamo un bilancio del lavoro dell’ultimo Cda?
Il bilancio non che può essere positivo. Ricordo come se fosse ieri le sfide che aveva davanti questo cda. I dati nello scalo erano assolutamente spaventosi: il volume dei passeggeri era infinitamente più basso, le rotte, fatta eccezione per Ryanair , era sempre le stesse. L’aeroporto era allo sfacelo anche dal punto di vista estetico. Tutte le grandi opere non erano state ultimate e il piazzale non presentava tutti i voli che presenta oggi. Per cui il bilancio generale non può che essere positivo.

Cosa è cambiato negli ultimi anni?
La gestione dello scalo con a vertice Fabio Giambrone deve essere divisa in alcune fasi. La prima di approccio più delicata contraddistinta dalla bomba esplosa dopo l’arresto di Roberto Helg, che ha scoperchiato tutta una serie di problemi. E’ venuto fuori il grande affare della privatizzazione che ormai sembrava prossimo. Nessuno di noi dimentica che si vociferava di dossier che giravano in aeroporto. Della volontà di svendere lo scalo valutato con cifre infinitamente basse pari a quello dello scalo di Pisa. Se penso a tutto questo sembra passato un secolo. Da qui si è ripartiti con il dialogo, finalmente, con le organizzazione sindacale anche con la mia che è stata fieramente all’opposizione del duo Helg Scelta in aeroporto. Noi dicevano sempre le stesse cose e le abbiamo ribadite anche al nuovo cda. Si comincia con nuova fase fatta dl l’internalizzazione dei servizi che erano stati affidati a terzi. Poi iniziano gli interventi per garantire con una maggiore attenzione ai bisogni del personale. Si inizia il rilancio dello scalo. Le grandi opere finalmente si sono completate. Si è definita l’area arrivi che è un bel biglietto da visita. Così come la nuova area shopping, la palazzina uffici e l’area giochi per i bambini. Ci sono una serie di segnali che pongono l’aeroporto in una dimensione più europea.

Adesso si riparla di privatizzazione , cosa ne pensa il sindacato?
Credo che una parte consistente della maggioranza delle quote azionarie non possano che rimanere in mani pubbliche perché l’aeroporto non è del Comune di Palermo, né della Provincia di Palermo, ma dei cittadini palermitani. Credo che sia il caso di smetterla. Non mi piace la definizione che tutto ciò che è privato funziona e quello pubblico non funziona. L‘ultima fase della Gesap dimostra l’opposto: che si possono avere degli avanzi di bilancio anche nella gestione pubblica delle società. Io sono convinto i servizi pubblici deveno avere una partecipazione del pubblico. Credo ci sia la necessità di trovare una partnership, dei soci tecnici per vendere una parte delle quote dell’azionariato, però non vedo assolutamente la necessità di procedere ad una privatizzazione tout court che molto spesso finirebbe per far fare pagare il conto all’anello debole della catena: i lavoratori.

Si parla tanto di interesse di Gesap per lo scalo trapanese e la società Airgest, qual è la sua posizione?

Anche su questo bisogna essere chiari. Sì ad una partnership attraverso una visione di insieme, una cabina di regia per rapporti commerciale con i vettori anche magari cercando di razionalizzare i collegamenti senza creare doppioni. C’è un’ampia zona della Sicilia che è cresciuta anche turisticamente grazie allo scalo trapanese. Ma sono contrario ad una fusione a freddo con uno scalo che ha adesso mille problemi come quello di Birgi con il Falcone Borsellino che dopo anni adesso inizia a volare. L’unione mi sembrerebbe una follia anche perché non dimentichiamo per lo scalo palermitano c’è già in atto una piccola privatizzazione visto che gli investimenti sono stati realizzati e programmati grazie ad un mutuo. La privatizzazione è già in atto da parte di chi questo denaro lo ha erogato. E’ inutile negarlo .

Cosa deve fare il nuovo Cda per proseguire nel rilancio?
La fase dell’ultimo Cda targato Giambrone nei fatti al di là delle operazione straordinarie si è chiusa con l’approvazione dell’ultimo bilancio ai primi di giugno. Da allora c’è stata una sorta di vacatio dai primi di giugno ad oggi. Le Rsa mi evidenziano che questi ultimi due e tre mesi sono stati intravisti alcuni provvedimenti che vanno in controtendenza rispetto a quelli che avevano contraddistinto il cda fino alle fase delle dimissioni. Mi arrivano segnali di tensioni tra i lavoratori che evidentemente non sono soddisfatti. Sembra che ci siano delle piccole operazioni fatte ritornando al passato. Ad esempio il servizio di portineria della palazzina dei servizi sia stato dato alla Ksm  la ditta esterna che gestisce la sicurezza. Un’operazione al contrario con un’esternalizzazione del servizio che era svolto da dipendenti della Gesap. Un secondo campanello d’allarme sul presidio di un nuovo varco affidato ad esterni. Ecco sono aspetti che non mi convincono. Poi mi dicono i lavoratori che l’accordo sul premio di produzione per i lavoratori sembrerebbe sia stato disatteso. E infine ci sono sperequazioni tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni. Una sperequazione troppo alta tra un contratto vecchio e uno nuovo. Sono tutti aspetti che verranno portati nel tavolo sindacale che diventeranno il primo esame di maturità di questo nuovo cda dove c’è qualche elemento di continuità Il vero esame di maturità lo avremo dopo la prima riunione che non sarà semplicemente un vogliamo fare gli auguri di buon lavoro, ma un momento in cui dovranno mettere sul tavolo tutti i problemi emersi in questi mesi: esternalizzazioni, sperequazione e tutti i contenziosi tra lavoratori che rivendicano livelli al loro dire maturati.

Qual è lo stato di salute dell’unità sindacale nello scalo Falcone Borsellino?
L’unità c’è stata a fasi alterne. Diciamo che di fronte alle cose importanti ci si ricompatta sempre. Anche a purtroppo nel tempo ci sono stati momenti di forte divisione. Io auspico che l’unità sindacale ai vari tavoli si ritrovi sempre sulle cose importanti al di la delle rappresentatività. Lo dico io che la Cisal rappresenta l’organizzazione più rappresentativa nello scalo. Ma sono certo che fare vedere tutte le sigle compatte e dallo stesso lato non possa che fare bene ai lavoratori.