E’ scontro frontale fra il sindaco Roberto Lagalla e la Nuova DC. Anche oggi, nella seduta in cui si stanno trattando le osservazioni della Corte dei Conti e il DUP, gli esponenti democristiani non si sono presentati in Consiglio Comunale.
Tre giorni senza farsi vedere
Tre giorni consecutivi senza farsi vedere a Palazzo Comitini per i cinque alfieri di Totò Cuffaro al Comune di Palermo. Fatto che rappresenta un’evidente spaccatura fra i moderati e il primo cittadino, figlia di un rimpasto maldigerito e di una scarsa attenzione, a leggere le parole del capogruppo Domenico Bonanno, rivolta al caso SUAP e, di conseguenza, all’assessorato governato da Giuliano Forzinetti. Ma al di là delle rimostranze ufficiali, ci sono poi quelle “ufficiose”.
Radio palazzo
Le gole profonde di Palazzo Comitini si sono scatenate in questi giorni per ricostruire lo scenario politico. Al netto delle fratture che si muovono specularmente a quanto sta avvenendo a livello regionale, leggasi il malcontento espresso a più riprese dal capogruppo della Lega Sabrina Figuccia, ci sarebbe un certo dissenso fra i democristiani dettato da un incontro fra il sindaco e la Nuova DC che doveva esserci e non c’è mai stato. Una vicenda che ha fatto salire la pressione ai cuffariani, anche alla luce delle voci che si stanno rincorrendo di nuovi ingressi in giunta. Secondo indiscrezioni infatti, l’uomo scelto per un possibile incarico di assessore sarebbe Fabrizio Ferrandelli. L’esponente di Azione, entrato all’interno del gruppo di Lavoriamo Per Palermo che fa capo proprio al sindaco Roberto Lagalla, potrebbe inserirsi nell’esecutivo approfittando dei movimenti dovuti alle dimissioni del vicesindaco Carolina Varchi. Negli equilibri fra il primo cittadino e i meloniani, cambierebbe poco o nulla. Il ruolo di vicesindaco, con ogni probabilità, sarà ricoperto da Giampiero Cannella, mentre a subentrare in Giunta potrebbe essere Brigida Alaimo, prima dei non eletti all’Ars e donna di fiducia del partito.
La ridistribuzione delle deleghe
E’ altrettanto vero però che ci potrebbe essere una ridistribuzione delle deleghe, così come avvenuto nel rimpasto di novembre. E proprio qui potrebbe inserirsi Fabrizio Ferrandelli. L’ex candidato a sindaco di Palermo non ha mai nascosto la sua predilezione per la delega al Bilancio, al momento proprio nelle mani dei meloniani. Ma c’è anche il caso relativo alla delega al Patrimonio, che il sindaco ha avocato a se chiudendo una frattura fra FdI e Forza Italia che stava diventando difficile da gestire. A scrivere la parola “fine” su questa storia sarà proprio Roberto Lagalla, ma fra i democristiani serpeggia il malumore visto il diniego, ricevuto a novembre, all’ingresso di una secondo assessore in Giunta.
La contromossa della Dc Nuova
I cuffariani, sempre secondo le voci di palazzo, starebbe preparando una contromossa, ovvero allargare i ranghi pescando nuovamente fra i partiti della maggioranza. La prima indiziata per un contatto da parte della Dc potrebbe essere proprio Sabrina Figuccia. L’esponente della Lega continua a manifestare il proprio malcontento e potrebbe decidere un passaggio al Gruppo Misto, ma questa ipotesi fatta circolare appare alquanto remota.
Poi c’è la strada che porta, invece, ad un possibile addio proprio al gruppo del sindaco, Lavoriamo Per Palermo, con destinazione Dc. Si tratta di una compagine, quella del sindaco, dalla quale Totò Cuffaro ha già pescato in estate Giovanna Rappa e dalla quale potrebbe tornare ad attingere. Questa ipotesi appare più probabile viste le tensioni in atto.
Andando per esclusione, il principale “indiziato” in tal senso sarebbe il vicepresidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mancuso. Il suo legame politico ed ideologico proprio con Giovanna Rappa è noto fin dai primi giorni della consiliatura. Una mossa che lascerebbe il sindaco con due soli elementi “personali” su cui contare, ovvero Dario Chinnici e Antonino Abbate visto che le altre due adesioni sono tecniche e non politiche. Ma tutto questo, al momento, resta solo fantapolitica.
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