Non si scompone il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla, alla notizia dell’arresto di Pietro Polizzi, candidato al consiglio comunale nella lista di Forza Italia, partito che sostiene proprio la candidature dell’ex rettore e assessore della giunta Musumeci. “La mafia e sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, nessuna accoglienza”, dice in una nota che arriva in seguito al terremoto scoppiata stamane.

“Confido nella giustizia”

“Un plauso alla procura della Repubblica per la celerità delle indagini segno di un impegno attento a tutela della libertà del voto, che rappresenta la più alta espressione democratica del nostro Paese. Confido che la giustizia possa essere altrettanto celere nello stabilire processualmente le eventuali responsabilità”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla dopo che la Polizia ha arrestato per scambio elettorale politico-mafioso Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio Comunale di Palermo alle elezioni che si terranno domenica prossima.

“La mafia lontana dalla mia porta”

Secondo la Procura, Polizzi, per essere eletto avrebbe stretto un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza. “Tenere alta l’attenzione contro ogni tipo d’ingerenza della mafia – prosegue ancora Lagalla  – è un imperativo categorico, perché il rischio è che si insinui nelle maglie larghe di chi cerca scorciatoie, di certo non richieste. La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, non troveranno mai alcuna accoglienza, saranno accompagnate immediatamente e senza tante gentilezze alla Procura della Repubblica”.

Polizzi ex Udc

Pietro Polizzi, ex consigliere provinciale, eletto all’epoca nell’Udc, viene ritenuto un esponente politico di spicco.
Arrestato anche Agostino Sansone, fratello di Gaetano, proprietario della villa di Via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi prima dell’arresto nel 1993 e un suo collaboratore.  Contro l’aspirante consigliere comunale ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che hanno indotto la Procura a chiedere la misura della custodia cautelare in carcere.  Conversazioni dalle quali emergerebbe con chiarezza il “patto elettorale” stretto tra l’esponente di Fi e Sansone.

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