Torna da oggi la protesta degli ex sportellisti che riprendono lo sciopero della fame per l’ennesima volta davanti all’assessorato regionale al lavoro di via Trinacria.

In avvio della nuova iniziativa di protesta, l’ennesima in sei anni da quando sono stati espulsi dal mondo del lavoro, l’anima dei manifestanti,. Adriana Vitale,m scrive una lettera aperta al neo ministro del lavoro, la catanese Nunzia Catalfo, che nella formazione in Sicilia ha lavorato e spesso ha operato al fianco dei centri per l’impiego. una donna che molti degli sportellisti considerano ‘una di loro’

“Cara Ministra Nunzia Catalfo, ti scrivo.
Ci siamo conosciute a maggio del 2014, quando incombeva la campagna elettorale delle europee e tu eri in tour con il tuo movimento. Sei venuta nel mio paese, ed io sempre aperta a tutte le iniziative politiche, al di là della mia appartenenza di idee e pensieri, incuriosita sono venuta ad ascoltarvi, ad ascoltare ciò che tanto aveva entusiasmato i miei figli. Ho notato subito la tua passione politica, già parlavi di reddito di cittadinanza nel tuo intervento passionale, fu allora che scoprimmo di essere colleghe, tu deputato nazionale e noi a combattere una battaglia che ancora continua in nome della dignità, in nome di una normalità compromessa che si preannunciava, come è avvenuto, devastante per ogni famiglia coinvolta in una mannaia senza precedenti e della quale sembra non importare a nessuno.

La tua ascesa politica, che ti ha portato ad oggi in un percorso lineare alle competenze acquisite in campo, ha camminato di pari passo con la nostra disfatta. Fin dalla prima legislatura ti sei occupata di lavoro in commissione, tante volte ci siamo sentite e confrontate, fino a quando non hai rappresentato, nella qualità di presidente della commissione lavoro, la massima espressione di ciò di cui ti sei occupata da sempre, prima come formatore, dopo come orientatrice negli sportelli multifunzionali. Abbiamo sperato che il tuo ruolo potesse tradursi in qualcosa di positivo per i colleghi, pensando che molte volte ti sarai chiesta cosa avresti fatto se ti fossi ritrovata senza lavoro e senza alcun ruolo pubblico, forse saresti stata insieme a quel gruppo esiguo che mai ha mollato in questi anni e che lunedì prossimo sarà di nuovo per strada per consumare l’ennesimo sciopero della fame. Conoscendo la tua passione, credo che saresti stata accanto agli ex sportellisti liberi in ogni manifestazione, tante, infinite manifestazioni ormai difficili da contare.

Sono certa che se fossi stata Ministro fin dalla prima ora, senza nulla togliere a chi ti ha preceduto, non avresti creato altro precariato, avresti pensato ai tuoi colleghi e non solo per spirito di solidarietà o fisiologico campanilismo ma perché riqualificati esattamente come te e che come te hanno raccolto la disperazione di tanti conterranei che a noi si rivolgevano nei centri per l’impiego per essere aiutati, mentre nascondevamo la nostra ansia per il futuro e la disperazione di tante mensilità pregresse da percepire.

È andata così, ma abbiamo una possibilità di riscatto, basterebbe attenzione e soluzioni vere per risolvere il problema alla radice, specie adesso che la Sicilia ha tutti gli strumenti. Hai presieduto il tavolo di confronto istituzionale, voluto fortemente dai lavoratori che hanno affrontato tanti viaggi a Roma nella speranza di ottenere risposte, lavoratori di tutto il bacino della formazione professionale. Ogni volta ci siamo sentiti ripetere che il problema è regionale, ma sappiamo benissimo che un tavolo di crisi potrebbe dare risposte, diverso da un tavolo di confronto dove diventa terreno facile lo scarica barile, utile solo a gettare nel buio dello sconforto, nel vortice che non vede soluzione, nel cerchio della disperazione e della confusione, dove tutti hanno responsabilità e nessuno ha responsabilità, che provoca disaffezione e profonda delusione. Questa crisi ci ha, egoisticamente, preoccupati. Preoccupati che potesse finire anche quella piccola speranza di vedere alcuni beneficiari di misure straordinarie per snellire l’albo, che tradotto vuol dire consentire a molti lavoratori di vivere l’ultimo quarto di vita con serenità; preoccupati che un altro ministro non portasse a termine il potenziamento dei centri per l’impiego, unica speranza, se pur affidata alla regione, per poter riscattare la nostra dignità lavorativa. Adesso il tuo ruolo, in perfetta continuità, riaccende la speranza, la speranza che almeno alcune creature, le più vulnerabili per motivi di età, colpiti da un’ingiustizia provocata dell’indifferenza, dalla cattiveria, dalla disattenzione della politica, possano ricominciare a vivere.

Chiedo scusa per l’uso confidenziale, ti vedo sempre come una nostra collega, anche se il ruolo che ricopri, nella grammatica istituzionale, impone distacco e rispetto dei ruoli.
Nel congratularmi pubblicamente, dopo averlo fatto privatamente, ti auguro di mantenere sempre la forza, la lucidità e la passione che ti contraddistingue e che un ruolo così prestigioso impone, con la sincerità che va oltre le posizioni politiche che ognuno di noi coltiva. Sono certa che ti vedremo protagonista di un nuovo clima collaborativo e proficuo con le istituzioni siciliane per amore della nostra terra”.

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