Venticinque anni fa l’omicidio di Libero Grassi. “29 agosto, come sempre a Palermo, in Via Alfieri. Per la prima volta non trovo una donna che a questa città, alla Sicilia e a tutta Italia ha dato con il proprio impegno una ragione in più per credere nella legalità. Pina Maisano è venuta a mancare il 7 giugno scorso. La conobbi dopo l’uccisione di suo marito Libero Grassi, ‘imprenditore che da solo sfidò pubblicamente la mafia rifiutandosi di pagare il pizzo”.

Lo scrive su facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso, che aggiunge: “Era il 1991 e, per 25 anni, Pina ha portato avanti una battaglia che non ha mai conosciuto momenti di pausa. Così facendo ha ispirato migliaia di suoi concittadini e con il suo animo gentile ha contribuito al riscatto di Palermo. Libero e Pina non ci sono più eppure qui, in Via Alfieri, la loro presenza si sente eccome”.

“Una parte di Palermo – ha poi detto sul luogo dell’omicidio Grasso – non si è ancora liberata da questa vergogna che è il pizzo, dal ricatto del racket, ma in questi anni è stata fatta tanta strada e noi speriamo di potere continuare su questa strada”.

Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni commercianti bengalesi che, circa tre mesi fa, si erano ribellati all’imposizione del pizzo a Ballarò e con le loro denunce avevano fatto arrestare gli estorsori.
“Diventa una testimonianza più chiara di mille parole – ha detto il sindaco Orlando – l’esempio di decine di imprenditori che denunciano il pizzo e si oppongono al controllo mafioso dell’economia. Tra questi, numerosi commercianti palermitani-bengalesi al cui fianco è stata costantemente, e lo sarà ancora, l’Amministrazione comunale, anche costituendosi parte civile nei processi nati dalle loro coraggiose denunce”.
“E’ la conferma – ha proseguito Orlando – del cambiamento possibile di questa città rispetto ai terribili anni nei quali la mafia governava Palermo, lasciando nell’isolamento quanti, nel palazzo di giustizia, nella curia, nei palazzi della politica e dello Stato e nel mondo dell’imprenditoria, tentavano di contrastare l’egemonia politico-affaristico-mafiosa, divenendo bersaglio di uno Stato e di una città che aveva, come in pochi denunciavamo, il volto della mafia”.
“Sia chiaro: la mafia esiste ancora – ha concluso Orlando – ma grazie allo smantellamento di quel sistema politico-affaristico-mafioso, non governa più Palermo” .

 

 

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