Sarà presentato alle 11 di sabato 17 settembre al Caffè del Teatro Massimo “Le streghe di Lenzavacche” (collana Dal Mondo E/O), l’ultimo libro di Simona Lo Iacono, terzo al Premio Strega Giovani 2016.

Un romanzo che cattura sin dalle prime righe, non solo per la sua scorrevolezza, ma anche e soprattutto perché, nonostante la trama affondi le sue radici abbastanza lontano nel tempo, vi si ritrovano dinamiche che appartengono al nostro presente.

Quello che racconta è, infatti, una storia che parte dal lontano 1600, in Sicilia, quando un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, iniziò a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Vennero chiamate, appunto, le streghe di Lenzavacche.

E proprio da quelle streghe – bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio, infine perseguitate – discende la famiglia di cui narra Simona Lo Iacono. È il 1938 e siamo a Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, e in una vecchia dimora di caccia vive questo nucleo familiare composto dal piccolo Felice, dalla madre Rosalba e dalla nonna Tilde. Sono gli anni in cui, per un bambino come Felice, disabile e vivace, nell’Italia ossessionata dalla perfezione fisica esaltata dal fascismo, non c’è alcun posto. Nonostante i disagi fisici e l’emarginazione, però, riuscirà a vivere con pienezza la sua vita.

«In questo libro come negli altri che ho scritto – spiega l’autrice, magistrato del Tribunale di Catania – tutto parte sempre da qualche strana scoperta. In questo caso, ero impegnata in un processo per lesioni colpose a un insegnante che, durante una gita scolastica, nell’occuparsi di una ragazza disabile, invece di portarla in campagna in sedia a rotelle, pensò bene di sollevarla dalle ascelle. Purtroppo caddero e lui venne accusato di lezioni colpose. Ed è proprio durante questo processo che scoprii un regio decreto emanato in piena epoca fascista, che consentiva l’accesso ai disabili in classi differenziate. Regio decreto che dimenticarono di abrogare negli anni successivi. E ricordiamo che sono gli anni delle assurde leggi razziali».

A dialogare con l’autrice, introducendola e percorrendo insieme a lei i mille affascinanti rivoli di questa storia, sarà la scrittrice palermitana Beatrice Monroy.

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