Con frasi come “Dio ha cura di te” o “Quando ho paura io confido in te”. “Gesù ritorna” o “Fuori c’è tempesta ma Dio è la mia pace”, ieri ha preso il via l’iniziativa pacifica dei “Senza nome”, negli ospedali di Palermo con frasi estrapolate dalla Bibbia e affisse su lunghi striscioni telati messi in mostra negli spazi antistanti l’ingresso alle strutture di Villa Sofia e Ospedale Cervello, Ospedale dei Bambini e Ingrassia, Ospedale Civico e Policlinico e all’interno della Fiera del Mediterraneo.

“Vogliamo portare un messaggio di speranza”, racconta uno dei ragazzi dei “Senza nome”, che fanno parte della chiesa La Parola della Grazia di Palermo. “È un desiderio nato dal cuore di Dio – spiega Salvo, uno dei promotori dell’iniziativa. E continua così: “Non vogliamo prenderci un brevetto già nato nel cielo. Gesù sta tornando e ama le persone. Gesù non si è dimenticato di loro. Ed è questo che vogliamo fare sapere. Questo è il messaggio per la nostra città in un momento così triste. Vogliamo incoraggiare chi è malato e stanco, confortare e dare sostegno a chi ha il cuore spezzato e non ce la fa. A loro vogliamo dire: non siete soli. C’è una chiesa che prega per voi”.

Alla Fiera del Mediterraneo di Palermo, Salvo e i “Senza nome” hanno incontrato i medici e gli infermieri in trincea per la lotta contro il Coronavirus. Ragazzi che con professionalità e passione svolgono il loro lavoro a fianco dei loro colleghi più anziani, a servizio della comunità.

“Durante queste notti Dio mi ha svegliato mettendo nel mio cuore un desiderio folle – racconta ancora Salvo – il desiderio di girare per la città in modo coraggioso e portare un messaggio di speranza rivoluzionario in un momento così buio come quello che stiamo vivendo”.

“La verità è che amiamo tanto la nostra città – sostiene Valeria, una dei ragazzi “Senza nome”. Ci muoviamo nel rispetto delle normative anti Covid-19 e non facciamo niente per creare qualsiasi tipo di rivolta o di disagio. La nostra è una lettera d’amore per Palermo”.

Concludono così i ragazzi “Senza nome”, rivolgendosi ai medici delle strutture ospedaliere: “Per chi ogni giorno è in corsia, grazie per i vostri sacrifici A chi sta spendendo professionalmente il proprio talento, ai pazienti, a chi è malato e stanco: siamo con voi. Non siete soli”.

(foto di Joshua Mineo)