Da domenica prossima, 29 novembre, Prima Domenica d’Avvento, farà ingresso la nuova traduzione del Messale Romano nella maggior parte delle diocesi italiane. Le altre avranno tempo fino alla prossima domenica di Pasqua per adottare la nuova traduzione approvata da Papa Francesco lo scorso 16 maggio.

Ecco le principali differenze rispetto alle consuete formulazioni cui dovranno abituarsi i fedeli di Santa Romana Chiesa. Il celebrante, anzitutto, si rivolgerà all’assemblea dei fedeli con l’appellativo “Fratelli e Sorelle”; analogamente, nell’atto penitenziale, il riferimento sarà alla formulazione greca “Kýrie eléison” e “Christe eléison” in luogo delle precedenti “Signore pietà” e “Cristo pietà” (sebbene rivestano lo stesso significato).

Allorquando i fedeli pronunceranno la preghiera “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli”, faranno seguire anche “sorelle”, come pure in corrispondenza de “…supplico la Beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…”.

Anche il Gloria è stato rinnovato: alla precedente formulazione “pace in terra agli uomini di buona volontà” farà adesso seguito “pace in terra agli uomini amati dal Signore”.

La preghiera del Padre Nostro farà ricorso all’espressione “non abbandonarci alla tentazione” e, in luogo della precedente formulazione, “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” si ricorrerà da domenica prossima a “come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

In un altro momento della Messa, durante la consacrazione, il sacerdote esclamerà “Ecco l’Agnello di Dio. Ecco Colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” (fino ad oggi “Beati gli invitati alla mensa del Signore”).

Il ricorso al nuovo Messale Romano, che fa seguito ad anni di lavoro, come si apprende dal sito Vatican news intende porsi come obiettivo una migliore partecipazione all’Eucaristia, proponendo anche una revisione del linguaggio alla società odierna.

Anche sul sito web dell’Arcidiocesi di Palermo, don Corrado Lorefice, Arcivescovo della Città, fa tesoro di questo dono della celebrazione nel coglierne la bellezza che ha per fine quello di esaltare l’Eucaristia come “il fatto serio della Chiesa”, un’opportunità – la nuova edizione del Messale – che vuole riproporre una “partecipazione consapevole e attiva, proprio a motivo della percezione della presenza del Signore nell’Eucaristia domenicale”, gustando le varie parti del rito liturgico con la gioia di incontrare Cristo vivente.

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