Gli indagati nell’operazione antimafia a Santa Maria di Gesù dei carabinieri del Ros: in carcere sono stati portati i palermitani Giovanni Adelfio, 58 anni, Mario Adelfio, 65 anni, Salvatore Adelfio, 30 anni, Dario Algeri, 28 anni, Salvatore Binario, 39 anni, Mariano Calascibetta, 46 anni, Gioacchino Cardella, 53 anni, Salvatore Freschi, 46 anni, Giovanni La Mattina, 33 anni, Angelo Lombardo, 43 anni, Gaetano Lombardo, 41 anni, Massimo Mancino, 45 anni, Salvatore Profeta, 22 anni, Girolamo Rao, 49 anni, Rosario Rizzuto, 64 anni,  Ignazio Traina, 61 anni, Antonio Viviano, 51 anni, Sandro Capizzi, 41 anni, detenuto, Francesco Guercio, 43 anni detenuto.

Ai domiciliari Samuele Immesi, 23 anni, Antonino Lucera, 45 anni, Monica Meli, 37 anni. Due sono ricercati.

Mafia: mani clan su distribuzione alimentare

Le indagini dei carabinieri del Ros, che oggi hanno portato all’arresto di 24 presunti mafiosi del “mandamento” di Santa Maria di Gesù a Palermo, avrebbero svelato un rapporto molto stretto tra i componenti del clan e alcuni imprenditori nel settore della distribuzione alimentare che avrebbero messo a disposizione della mafia le proprie imprese. Per i titolari di due attività è scattata la misura interdittiva del divieto di esercizio dell’attività di commercio.

Nel corso dell’inchiesta sono state ricostruite numerose estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti. Il denaro riscosso veniva utilizzato per il sostentamento delle famiglie dei carcerati. Gli uomini del mandamento avrebbero progettato, come ricostruito da intercettazioni e indagini sul territorio, un’estorsione ai danni di una impresa edile che stava eseguendo lavori nel quartiere, ma con sede a Villagrazia. Le “famiglie” inoltre imponevano le forniture di bevande ai titolari di una sala ricevimenti e avrebbero anche organizzato una rapina ad un rappresentante di orologi molto preziosi.

Mafia: feste rionali sotto il controllo del clan

Anche le feste rionali erano finite sotto il controllo del clan di Santa Maria di Gesù. Emerge dall’inchiesta dei pm di Palermo che ha portato all’emissione di 24 misure cautelari. Secondo gli investigatori, sarebbe stato chiesto del denaro ai commercianti della zona per l’organizzazione degli eventi e in prima persona gli indagati si sarebbero occupati degli aspetti della logistica e della sicurezza urbana, delle modalità di chiusura delle strade e di somministrazione degli alcolici.

Sarebbero, infine, stati avviati contatti con un noto cantante neomelodico, che si sarebbe dovuto esibire durante la manifestazione, poi sfumata dopo che la questura negò l’autorizzazione. Diversi nuclei familiari dei soggetti interessati dalla misura cautelare sono risultati percettori del “reddito di cittadinanza”. Nella zona della Guadagna, infine, sempre nell’ambito dell’inchiesta, è stata scoperta un’organizzazione che gestiva il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Articoli correlati