Sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari i 18 provvedimenti di fermo emessi dalla Procura di Palermo mercoledì mattina a carico di boss, gregari e uomini d’onore del mandamento mafioso di Porta Nuova. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda diretta dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Due ai domiciliari, gli altri in carcere
A tutti i fermati, tranne due, Antonino Bologna e Gioacchino Fardella che hanno avuto i domiciliari, è stata imposta la custodia cautelare in carcere. L’inchiesta ha accertato l’organigramma del mandamento al cui vertice c’era, sostengono gli investigatori, Giuseppe Incontrera, assassinato una settimana fa nel quartiere Zisa da un killer che si è poi costituito. Tra i fermati ci sono il figlio di Incontrera, Salvatore, e il boss Tommaso Lo Presti. L’indagine avrebbe accertato decine di estorsioni e svelato gli affari del clan nel traffico di droga.
I nomi
questi i nomi delle ersone coinvolte nell’operazione: Giuseppe Di Giovanni, 42 anni, Tommaso Lo Presti, 57 anni, Giuseppe Auteri, 47 anni, Calogero Lo Presti, 69 anni, Giuseppe Giunta, 35 anni, Domenico Lo Iacono, 46 anni, Salvatore Di Giovanni, 28 anni, Antonino Ventimiglia, 52 anni , Roberto Verdone, 51 anni, Nicoló Di Michele, 31 anni, Salvatore Incontrera, 25 anni, Antonino Stassi, 33 anni, Giorgio Stassi, 67 anni, Andrea Damiano, 44 anni, Gioacchino Pispicia, 25 anni, Antonino Bologna, 25 anni, Gioacchino Fardella, 21 anni, Leonardo Marino, 32 anni
L’operazione scattata d’urgenza dopo il delitto
L’omicidio di Giuseppe Incontrera ha fatto scattare d’urgenza la vasta operazione antimafia nel cuore del mandamento di Porta Nuova. L’inchiesta era in corso da tempo ma il delitto ha fatto precipitare la situazione
Operazione Vento nel mandamento di Porta Nuova
L’operazione, Vento, rappresenta, infatti, il risultato di una complessa attività d’indagine svolta in direzione del mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova. Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Guido, il coordinatore della Dda, e dai sostituti Gaspare Spedale e Giulia Beux, hanno delineato l’organigramma del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuando il soggetto ritenuto il reggente del mandamento, nonché altri sodali, sospettati di essere figure a capo dell’organizzazione e gregari delle famiglie di Porta Nuova e Palermo Centro.
Lo spaccio di droga alla Zisa
Hanno ricostruito un articolata associazione finalizzata al traffico di hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici del citato mandamento mafioso, per alimentarne le casse. Sono stati, infatti, fermati, i presunti capi di 6 ben piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), capeggiate da elementi ritenuti organici a cosa nostra.
Le estorsione e la squadra di picchiatori
Sono stati ricostruiti due estorsioni e cinque tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro cittadino. L’organizzazione avrebbe commesso due rapine per rimpinguare le casse del sodalizio. Il provvedimento d’urgenza è stato emesso alla luce dell’omicidio di Giuseppe Incontrera commesso lo scorso 30 giugno, ritenuto ai vertici del mandamento di Porta Nuova.
L’omicidio Incontrera e i fermi
L’omicidio fatto di sangue, infatti, avrebbe potuto aumentare il rischio della commissione di delitti o di rafforzare la volontà degli indagati di darsi alla latitanza perché responsabili diretti o indiretti di tali omicidi o, comunque, per sottrarsi (anche) da eventuali ritorsioni.
Chi sono gli arrestati
Tra gli arrestati ci sono Salvatore il figlio di Giuseppe Incontrera, il consuocero Giuseppe Di Giovanni e Tommaso Lo Presti che era stato scarcerato nel 2020. la figlia di Incontera, ha sposato il figlio di Giuseppe Di Giovani, fratello dei boss detenuti Gregorio e Tommaso.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri Giuseppe Incontrera la vittima uccisa cinque giorni fa era il cassiere del clan di Porta Nuova. L’omicidio aveva creato gravi contraccolpi all’interno del mandamento. Bisognava cercare di fare in fretta per evitare altri delitti e altri morti.
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