Il gup di Palermo ha condannato a quasi due secoli di carcere boss, gregari ed estortori della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù. L’accusa in aula era rappresentata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dalla pm Luisa Bettiol.

L’indagine, che svelò anche il ruolo dei clan nell’organizzazione di un concerto del cantante neomelodico Tony Colombo, ha ricostruito l’organigramma di uno dei più importanti clan mafiosi di Palermo, gli affari e le estorsioni messe a segno dai boss.

Ad organizzare il concerto di Tony Colombo, recentemente arrestato assieme alla moglie, sarebbero stati Guercio e Rao. Il primo lo avrebbe fatto “per accrescere la sua influenza sul territorio di Santa Maria di Gesù”, come avevano scritto gli inquirenti, cercando un artista particolarmente famoso, specie in quel momento perché il suo matrimonio con Tina Rispoli (vedova di un boss della Camorra ucciso nel 2012, Gaetano Marino) era diventato un evento mediatico: I carabinieri avevano intercettato le telefonate con il padre del cantante in cui sarebbero stati presi gli accordi per fare il concerto nella traversa di via Oreto, ma poi la questura aveva bloccato tutto.

Le condanne

Queste le pene: Giovanni Adelfio 10 anni, Sandro Capizzi 12 anni e 5 mesi, Salvatore Profeta 20 anni, Ignazio Traina 18 anni e 2 mesi, Salvatore Freschi 17 anni e 8 mesi, Francesco Guercio 19 anni, 13 anni e 3 mesi per Girolamo Rao, per Massimo Mancino 11 anni e 6 mesi, 10 anni e 8 mesi per Giovanni La Mattina, 4 e 8 mesi per Mariano Calascibetta, per Gioacchino Cardella 6 anni e 2 mesi, per Andrea Taormina 9 anni e 4 mesi, per Salvatore Luisi 8 anni e 10 mesi, per Samuele Immesi un anno e mesi, Salvatore Binario 2 anni, 2 mesi e 20 giorni.

Assolti

Il giudice ha deciso di assolvere otto degli imputati. Si tratta di Monica Meli e Salvatore Lo Coco (difesi dall’avvocato Vincenzo Pillitteri), Vincenzo Fiore (difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo), Antonino Freschi, Michele Freschi, Umberto Palazzotto (tutti e tre difesi dall’avvocato Salvatore Romeo), ma anche Angelo e Gaetano Lombardo per i quali l’accusa aveva chiesto una condanna a 8 anni ciascuno.

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