Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Operazione antimafia nel territorio di Cefalù, i carabinieri hanno eseguito 13 arresti.

Gli arrestati che finiscono in carcere

In carcere finiscono: Rosolino Rizzo, nato a Cerda, 69 anni; Pino Rizzo, nato a Collesano, 54 anni; Rosolino Dioguardi, nato a Cerda, 74 anni; Pietro Cicero, nato a Cerda, 50 anni; Luigi Antonio Piraino, nato a Cerda, 62 anni.

Ai domiciliari

Disposti i domiciliari per Giuseppe Mario Muscarella, nato a Palermo, 49 anni; Massimiliano Mangano, nato a Termini Imerese, 45 anni; Pietro Ventimiglia, nato a Palermo, 49 anni; Giada Quattrocchi, nata a Torino, 45 anni; Gaetano Mario Piraino, nato a Cerda, 66 anni; Ignazio Piraino, nato a Termini Imerese, 37 anni; Salvatore Leggio, nato a Palermo, 53 anni; Giuseppe Rizzo, nato a Cerda, 84 anni.

L’operazione dei carabinieri

I carabinieri della compagnia di Cefalù insieme allo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia e dal nucleo cinofili del comando provinciale di Palermo, hanno dato esecuzione ai 13 provvedimenti cautelari, 5 in carcere e 8 agli arresti domiciliari, emessi dal gip di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

A quattro persone contestata l’appartenenza mafiosa

A carico di 4 dei 13 indagati è stata contestata l’appartenenza all’associazione mafiosa. Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa condotta nel biennio 2020-2022, che ha interessato i mandamenti mafiosi di Caccamo e Trabia, e le famiglie di Cerda e Termini Imerese e quella di San Mauro Castelverde e le famiglie di Campofelice di Roccella e Collesano.

Le estorsioni documentate agli imprenditori

Sono state infatti documentate richieste estorsive ad imprenditori dei settori edile, immobiliare, agricolo e delle onoranze funebri, finalizzate ad ottenere un ingiusto profitto destinato anche al supporto economico dei vertici del mandamento, uno dei quali già sottoposto a regime cautelare in carcere poiché riconosciuto colpevole di associazione di stampo mafioso.

Pochi giorni fa la marcia antimafia da Bagheria a Casteldaccia

Una marcia da Bagheria a Casteldaccia per continuare a urlare il no convinto alla mafia. Ancora una volta, dopo 40 anni, si torna a marciare contro la prepotenza della criminalità organizzata, in una festa che ha visto coinvolti, venerdì scorso, amministratori locali, componenti della società civile, il mondo dell’associazionismo ma anche le scuole del territorio e i sindacati. La marcia è stata organizzata dal Centro Studi Pio La Torre.

Articoli correlati