Esiste un problema di ordine pubblico all’interno del carcere Malaspina di Palermo per via di un aumento esponenziale di detenuti negli ultimi mesi. A confermarlo è il garante regionale dei detenuti, Santi Consolo, dopo una visita accompagnato dal dirigente dell’ufficio e da un altro funzionari. Una visita programmata per l’elevato numero di eventi critici di autolesionismo, presunti tentativi di suicidio e danneggiamenti registrati dall’inizio dell’anno. “Dati assai preoccupanti – ha detto Consolo – in termini percentuali rispetto al numero di persone ristrette”.

I dati

Ben 11 sono gli eventi definiti “critici” corrispondenti a quelli comunicati alla sala operativa del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità. A verificarsi episodi di autolesionismo, danneggiamenti, aggressioni violente tra detenuti e anche contro gli agenti. I soggetti ritenuti coinvolti in questi disordini sarebbero 9, la maggior parte stranieri. La grande criticità sarebbe nella presenza media dei detenuti in questi primi mesi dell’anno. Dai 17 di gennaio il numero è via via aumentato sino ai 26 dell’aprile scorso. I recenti episodi potrebbero essere frutto di questo sovrannumero. Ma non solo: “Vi è all’interno dell’istituto – ha ravvisato il garante – un certo numero di ristretti con evidenti problemi di natura psicologica e psichiatrici. Tutti da attenzionare, soprattutto, il detenuto autore di ben 4 episodi di autolesionismo”.

A rischio il servizio di guardia medica

Il garante si è interfacciato con la direttrice dell’istituto, Clara Pangaro, e con il comandante Francesco Cerami. Contrariamente a quanto si registra negli istituti per adulti, non vi sono carenze di organico nella polizia penitenziaria. Anche sul fronte dell’area sanitaria il garante ha notato una congrua presenza di medici su varie turnazioni. Preoccupa però la possibilità che venga soppressa la guardia medica notturna, che nei fine settimana copre la fascia H24. La direttrice del penitenziario ha riferito, secondo quanto appreso dall’Asp, che porrebbe arrivare la chiusura in quanto il numero dell’utenza non ne giustificherebbe più il mantenimento dopo la fine della pandemia.

La visita nelle celle

Si sono visitate stanze di pernottamento e spazi disponibili dedicati alle attività tratta mentali. Tutti gli ambienti, secondo il garante, si presentano ordinati e puliti. “Purtroppo – ha rilevato Consolo – si deve evidenziare che i criteri di assegnazione dei detenuti negli istituti penitenziari minorili continuano a ricalcare quelli già presenti nella legge 354/1975. Nonostante il limitato numero di ristretti in relazione a spazi trattamentali ampi ed adeguati, non è purtroppo assicurata la separazione dei minorenni dai giovani al di sotto dei 25 anni. Ciò con gravi compromissioni per i progressi tratta mentali. In Sicilia vi sono ben 4 istituti minorili dei 17 presenti nel territorio nazionale e una diversa e più razionale organizzazione degli stessi è quanto mai auspicabile”.

“Le regole dell’Avana”

“Per non parlar d’altro – ha aggiunto il garante -, oggi forse nei fatti in Italia non si osservano neppure ‘Le regole dell’Avana’, dettate con Risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu nel dicembre 1990. Tra i principi cui ispirarsi per i minori privati della libertà personale, prevede la fondamentale separazione dei reclusi minori dagli adulti. La mancata separazione è ancora più grave se la compresenza di giovani maggiorenni è numericamente nettamente prevalente rispetto ai minorenni”.

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