Macherine obbligatorie anche all’aperto e maxi multe per chi non osserva le disposizioni. “Non dobbiamo farci illusioni e pensare di esserne fuori”: perché il virus circola in maniera “diffusa e generalizzata” in tutta Italia con la curva dei contagi in crescita da nove settimane consecutive. Il ministro della Salute Roberto Speranza spiega in Parlamento la scelta del governo di prorogare lo stato d’emergenza al 31 gennaio e la necessità di mettere in campo ulteriori misure anticovid, dall’obbligo della mascherina anche all’aperto all’inasprimento delle sanzioni per chi viola i divieti fino all’allargamento della lista dei paesi dai quali è obbligatorio effettuare il tampone all’arrivo in Italia.

“Siamo in una fase di peggioramento oggettivo nella quale nessuna realtà è fuori dai rischi” ribadisce Speranza, in piena sintonia con il premier Giuseppe Conte: “la battaglia non è vinta, la soglia di attenzione deve restare massima, anche nelle settimane e nei mesi a venire”. I primi provvedimenti arriveranno già nelle prossime ore con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della delibera che proroga per 4 mesi lo stato d’emergenza e del decreto legge con la ‘cornice’ normativa per il successivo Dpcm. Provvedimento, quest’ultimo, che vede due ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi, legate entrambe al voto della Camera sulla risoluzione di maggioranza: la prima è quella di vararlo assieme al decreto legge, la seconda è quella di un Dpcm “ponte” che arrivi al 15 ottobre, termine di scadenza dell’attuale stato di emergenza.

In ogni caso, sarà il decreto legge ad introdurre le misure che il governo ritiene più urgenti: l’utilizzo delle mascherine anche all’aperto e l’impossibilità per le Regioni di emanare ordinanze più soft rispetto ai provvedimenti dell’esecutivo. L’obbligo di coprirsi naso e bocca – dal quale sono esclusi i bambini sotto i sei anni, chi fa attività motoria e chi è affetto da patologie e disabilità non compatibili con l’utilizzo delle mascherine – viene codificato con più chiarezza: bisognerà infatti, si legge nella bozza del testo, “avere sempre con sé, al di fuori della propria abitazione” i dispositivi di protezione individuale, ma “l’obbligatorietà dell’utilizzo anche all’aperto” scatta quando “si sia in prossimità di altre persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli anti-contagio previsti per specifiche attività economiche e produttive, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”.

Il Dpcm dovrebbe invece prevedere delle sanzioni amministrative da 400 a mille euro per chi non rispetta l’obbligo e per quei gestori dei locali che non fanno rispettare i divieti, così come l’aumento dei controlli per evitare gli assembramenti.

Arriva anche il tampone obbligatorio per chi proviene da Gran Bretagna, Belgio e Olanda, paesi che si aggiungono a Spagna, Francia, Croazia, Grecia e Malta. Non ci sarà invece, almeno per il momento, alcuna restrizione di orari per bar, ristoranti e locali. Sia Conte sia Speranza, ribadiscono fonti di governo, “non vogliono il coprifuoco“. L’altro punto che sarà inserito nel decreto legge riguarda i poteri delle Regioni. La bozza prevede che i governatori possono sempre adottare ordinanze anti contagio più restrittive di quelle disposte dai Dpcm ma possono adottarne di “ampliative”, quindi più permissive, solo nei casi in cui i Dpcm espressamente lo prevedano e previo parere conforme del Cts.

Sulla questione ci sarà una riunione con le Regioni e sarà il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia assieme a Speranza ad illustrare il perché è necessario mantenere la linea della massima prudenza.