Da Roma, inviate dalla Protezione civile come mascherine è arrivato un ‘panno’ che di solito si usa con un poco di detersivo per pulire un tavolo. Non può essere una mascherina, non si può andare in guerra con le fionde. Non è possibile. Mi chiamano i sindaci, i medici che chiedono le mascherine, non sanno che le aspettiamo da Roma. Non voglio polemizzare, ma siamo arrivati a un punto di non ritorno”.

E’ la denuncia del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rilanciata ieri alla trasmissione ‘L’aria che tira’ a La7 e mostrando in televisione il ‘panno’. “Ai primi di marzo – ha aggiunto – bisognava requisire le aziende e dire: ‘voi da domani produrrete questo tipo di prodotto’. Si fa così quando si è in guerra, non si cerca il mercato, Consip, la gara… In una condizione straordinaria si agisce con provvedimenti straordinari. La quinta-sesta forza economica del mondo non può pensare di partecipare a una gara internazionale per le mascherine e poi fare arrivare questi ‘panni”

Le mascherine “due veli in tessuto non tessuto non sono dispositivi di protezione individuale ma possono essere impiegate per le esigenze di enti ed amministrazioni nell’ambito locale, ad esclusione del personale ospedaliero” ha risposto in una nota la Protezione Civile. “Il Dipartimento – prosegue la nota – è da tempo e costantemente impegnato nella difficile ricerca di mascherine e dispositivi di protezione individuale. Azione, quest’ultima, che sin dall’inizio dell’emergenza è consentita anche alle stesse Regioni”. Tutto quello che viene acquistato dal Dipartimento “è prontamente trasferito ai territori cercando di soddisfare gli importanti fabbisogni rappresentati. Spetta poi alle autorità regionali – conclude il Dipartimento – distribuire quanto ricevuto in base alla tipologia del materiale e alle proprie necessità”.

Una risposta arrivata ha fatto adirare ancor di più il governo regionale e causato la reazione dell’assessore per la salute Ruggero Razza “Nessuno è autorizzato a pensare di potere prendere in giro i siciliani. Inutile provare a cambiare le carte e dire, solo dopo la gravissima denuncia del presidente Musumeci, che le mascherine non erano per gli ospedali. Delle due l’una: o ci hanno preso in giro quando hanno annunciato l’invio di mascherine chirurgiche o non hanno proprio pensato di inviarcele”.

“Nessuno di noi vuole fare polemica spicciola e siamo disponibili a comprendere le difficoltà – ha precisato l’esponente del governo Musumeci – ma non si può accettare che si faccia finta di nulla”.

Intanto la Sicilia si prepara a produrre da sola le mascherine. In due diverse occasioni l’assessore Razza ha incontrato aziende che potrebbero rapidamente riconvertire la propria produzione. Si tratta di imprese del distretto tessile dell’ennese e dell’area industriale catanese

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