Per l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro le intercettazioni sono state determinanti, così come il “metodo Dalla Chiesa”. A dirlo uno degli ufficiali che ha coordinatore le indagini e l’operazione che ha portato ad individuare la primula rossa dopo 30 anni di ricerche.

Il “metodo Dalla Chiesa”

“Il metodo Dalla Chiesa va avanti dal ’74. Non è cambiato e si fonda sulla conoscenza e studio dei contesti criminali. Ma anche sulla ricostruzioni dei circuiti relazionali, della struttura e dei contenuti comunicativi, con le intercettazioni e le infiltrazioni personale sotto copertura”. Così il colonnello Rubino Tomassetti, comandante del reparto indagini tecniche del Ros, intervistato a Progress su Sky tg24, sulla cattura di Matteo Messina Denaro.

Nessuna certezza all’inizio

“La certezza che fosse Matteo Messina Denaro l’abbiamo avuta solo al momento dell’arresto – ha evidenziato l’ufficiale -. Avevamo solo un nome ma potevamo ragionevolmente pensare che fosse la persona giusta”. Parole dette mentre ripercorre le fasi dell’indagine, a partire dalle intercettazioni sulla sua malattia, il lavoro sui dati sanitari, fino ad arrivare a “una ventina di codici” di soggetti. “Intercettando la cerchia che ritenevamo legata al latitante abbiamo ricostruito di quale malattia si trattasse. Il passaggio intercettivo è stato fondamentale” ha quindi spiegato rispondendo ad una domanda in merito.

“Senza intercettazioni…”

“Come in tutte le indagini complesse – evidenzia Tomassetti – senza intercettazioni non si va da nessuna parte” ammette l’ufficiale parlando dell’arresto di Messina Denaro. Ma “non facciamo intercettazioni a strascico, dobbiamo ridurre il campo, ridurre l’overdose informativa con intercettazioni mirate, su persone che ci possano dire cose rilevanti”. Parlando in generale, ha poi sottolineato che “tutti i reati fine dovrebbero poter essere intercettati”. “Non posso che dire che le intercettazioni sono indispensabili – aggiunge il comandante del reparto indagini tecniche del Ros -. L’abuso è un problema di natura sociale e politica, la polizia giudiziaria si allinea”. Nel modello Dalla Chiesa, poi “il fattore umano” è l’elemento fondamentale: “La tecnologia va applicata dall’uomo e va gestita”.

Articoli correlati