“Dal mio osservatorio di Palazzo Chigi in questi due anni, sembrerà assurdo, mi sono convinto che le potenzialità dell’Italia sono maggiori rispetto a quelle che noi tutti pensiamo. La Sicilia ha le grandi potenzialità che tutti immaginiamo e le vedo anche io e per me è un onore essere stato invitato, domani, a inaugurare l’anno Accademico della Vostra università di Palermo”.

E’ un messaggio positivo quello che il premier Matteo Renzi tenta di lanciare da Palermo dal teatro Santa Cecilia dove è arrivato alle 21,30, con mezz’ora di ritardo rispetto alla scaletta. E’ stracolmo il real teatro Santa Cecilia scelto per la manifestazione a sostegno del sì al referendum. Tutti i posti sono occupati, e tanta gente rimasta fuori invitata dagli organizzatori a seguire gli interventi dalla piazza dove è stato allestito un maxi schermo. Alcune persone hanno protestato civilmente, ma gli organizzatori sono inflessibili per motivi di sicurezza sugli ingressi al teatro dove ci sono circa 600 persone.

Pub, bar e ristoranti semivuoti e strade del centro storico, attorno al teatro Santa Cecilia, blindato e tutti i varchi di accesso alla piazza chiusi e presidiati dalle forze dell’ordine. Intorno al teatro con in mano dei lumini accesi e cartelli con scritto “Part time trasferito uguale licenziato” una cinquantina di lavoratori di Almaviva si è radunato in piazza Rivoluzione a Palermo, per protestare. I lavoratori si trovano dietro alle transenne presidiate da polizia e carabinieri.

Dentro il teatro un Matteo Renzi ‘superstar’ che viene accolto con in sottofondo “The sweet escape” di Gwen Stefani poi le due battute sulla Sicilia, solo quelle. Accompagnato dal fedelissimo Davide Faraone che si intravede passare proprio mentre Renzi fa la sua ‘comparsa’ sul palco, il premier cerca simpatia fra i sostenitori del sì che sono in sala

Tenta di uscire dalla personalizzazione del voto, da un errore fatto mesi or sono “Oggi non si deve sì votare su Renzi, non bisogna votare per dire se ci stanno simpatici i ministri o i sottosegretari, ma si deve votare per dire se ci piace o no la riforma. Una riforma che taglia i costi e non attacca la democrazia ma la burocrazia”.

Prendi in giro gli avversari e strappa applausi nel suo discorso palesemente elettoralistico il Premier “Ho fatto perfino un dibattito con Travaglio e di più proprio non posso fare per spiegare alla gente questa riforma”. dal pubblico qualcuno urla ‘l’ho visto’ e Renzi risponde “Signora le do la mia umana solidarietà se da siciliana invece di andarsi a prendere una belle granita è stata a guardare Travaglio”.

E poi la chiusura ad effetto con l’uscita di scena in musica “Dobbiamo cambiare l’Italia e vi chiedo una mano per farlo. Viva Palermo e via l’Italia”

 

 

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