La Procura di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, ha digitalizzato gli atti del maxiprocesso ai clan mafiosi istruito dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Oltre 11mila volumi

Un’enorme mole di documenti – 11.136 volumi dell’ordinanza sentenza di rinvio a giudizio e tutti gli atti dibattimentali – che si aggiunge al lavoro già fatto dalla Fondazione Falcone che aveva trasferito su supporto telematico i principali provvedimenti dell’istruttoria. Il progetto, che è partito nel 2020, ha avuto come obiettivo il recupero del monumentale lavoro dei due magistrati assassinati dalla mafia.

La nota della procura

“Si tratta- si legge in una nota della Procura – di un materiale di elevatissimo valore storico, ma che ancora oggi rivesta un importante ruolo anche sotto il profilo dell’analisi investigativa”. “Ancora oggi – spiega la Procura – il lavoro di Falcone e Borsellino continua ad avere una rilevantissima attualità”: il quadro di Cosa nostra disegnato dalle indagini del pool, a quasi 40 anni di distanza, è “prezioso per la ricostruzione delle dinamiche evolutive del fenomeno criminale”.

Un lavoro durato mesi

La digitalizzazione è avvenuta in parte con la scansione del materiale, in parte con la conversione in formato digitale dei microfilm sui quali originariamente erano stati riversati gli atti processuali. “Ciò che prima era utilizzabile solo attraverso costosi lettori di microfilm – spiega la nota – oggi potrà essere visto in un normale pc”. Il lavoro, durato mesi, è stato particolarmente complesso perché i documenti non erano tutti in buono stato. Una seconda fase già avviata, porterà alla selezione dei singoli atti, che verranno estrapolati, etichettati e indicizzati uno ad uno, per favorirne l’uso.

Domenica saranno 29 anni dalla strage di Capaci

Intanto domenica ricorre il 29esimo anniversario della strage. Dal 2002, anno del decennale della strage di Capaci, la Fondazione Falcone, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, promuove percorsi di educazione alla legalità nelle scuole. Percorsi che trovano il loro momento “conclusivo” il 23 maggio, in occasione della ricorrenza dell’attentato mafioso costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, con un evento che abbraccia tutte le principali città d’Italia e che ha il suo cuore a Palermo.