Le mazzette per curarsi nel circuito del sistema sanitario pubblico Palermitano potrebbero essere una consuetudine. E’ molto più che una ipotesi quella che avanza il gip Clelia Maltese dopo aver firmati l’ordinanza di arresto dei tre sanitari del Pta Biondo di Palermo. Avevano chiesto indebitamente 100 euro ad un’anziana per la riparazione della sua protesi. Soldi che in realtà la donna non doveva perché per l’appunto era una prestazione coperta dal sistema sanitario nazionale. Il giudice lascia dunque intendere che ci potrebbero esserci ulteriori sviluppi da questa vicenda.
Episodio non occasionale
Quel che lascia basiti è che secondo il Gip quello emerso al Pta Biondo non è un episodio a sé stante, un unicum. “Una condotta non occasionale ma rientrante in un collaudato modus operandi dei tre indagati” scrive il Gip. I tre indagati avrebbero in altre occasione chiesto denaro per prestazioni sanitarie che in realtà non dovevano essere pagate dal paziente. Il gip evidenzia ancora che i tre erano disinvolti e spregiudicati. Comportamento che “fa ritenere gli stessi propensi e inclini a commettere ulteriori condotte analoghe a quelle oggetto del presente procedimento”.
Il racconto di un’anziana
A incastrate il medico odontoiatra Giuseppe Guiglia, l’odontotecnico Sebastiano Lanza e l’infermiere Massimo Vito Salvatore Cumella, accusati di concussione, è stata un’arzilla vecchietta di 84 anni. Ha raccontato ai militari che quel pagamento in contanti, senza ricevuta e fuori dai locali dell’Asp non la convincevano. “Mi sono sempre rivolta all’Asp e non ho mai pagato”. La vicenda inizia il 17 luglio. La paziente si reca all’Asp di via La Loggia. Ha tutto: la prenotazione al Cup, la prescrizione medica e l’esenzione totale. Qui, come riportato nell’ordinanza, l’odontotecnico Lanza le prende l’impronta per eseguire la protesi. Poi le si avvicina e le dice che questo lavoro costa 100 euro. L’anziana sta al gioco, ma racconta tutto a casa. Il figlio della donna si presenta dai carabinieri e spiega quanto accaduto. L’appuntamento per consegnare i 100 euro per la protesi realizzata dai sanitari dell’Asp di Palermo era fuori dagli ambulatori di via La Loggia accanto al venditore di pane e panelle.
L’appuntamento per la consegna dei soldi
Viene predisposto un servizio di osservazione che segue la donna che va in ambulatorio. L’appuntamento per la consegna dei soldi è il 21 luglio. Ma il pagamento extra slitta. Il 24 luglio a fine seduta l’infermiere Cumella dice alla pensionata: “Che fa signora, se ne sta andando? Niente ci deve lasciare? Come era rimasta con il dottore?”. Il 26 luglio ricevuta la protesi la donna consegnava ai tre sanitari 100 euro in banconote già fotocopiate. I carabinieri entrati subito dopo le trovavano in tasca a Lanza. I tre sanitari in servizio all’Asp di Palermo sono stati arrestati e sospesi per un anno dal servizio.
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