E’ stato individuato e denunciato uno degli autori dell’aggressione ad un medico avvenuta la scorsa domenica all’ospedale Civico di Palermo. E’ un giovane di 24 anni che insieme ad altri familiari avrebbero ritenuto responsabile della morte di un uomo 46 anni un medico in servizio all’ospedale nell’area di emergenza. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del nucleo radiomobile e della compagnia di San Lorenzo.

L’aggressione

I parenti di un paziente deceduto si sono scagliati contro il personale con gravi minacce del tipo “così come è morto lui, ora dovete morire anche voi” che è stato “strattonato e colpito da diversi energumeni fuori controllo”.

Un medico, ha denunciato il sindacato Fials , è stato preso per il collo, un tecnico è stato colpito in un occhio, un altro è stato strattonato violentemente per costringerlo ad aprire la porta dell’adiacente sala operatoria.

La relazione in direzione generale

Alla Direzione generale era stata inviata un’accurata relazione per sporgere denuncia. Secondo la Fials, “il servizio di sorveglianza pare non essere intervenuto in Radiologia nonostante le richieste di aiuto inoltrate» e «sembrerebbe che queste scene si siano ripetute anche nelle adiacenze del Pronto Soccorso e del Padiglione 4” a “pochi giorni da un analogo avvenimento accaduto presso la Seconda medicina”.

La Fials segnala inoltre che, nonostante numerose richieste, ad oggi non è stato assegnato alcun personale di supporto al servizio di Radiologia centrale per i turni notturni e festivi. “Il peso del lavoro ricade interamente sui tecnici e sui medici, i quali vengono continuamente distolti dal proprio lavoro per espletare mansioni di portierato, guardiania, punto di informazione e servizio d’ordine”.

Il sindacato fa, poi, notare che “anche i locali della Radiologia interventistica presso il padiglione 17/C sono totalmente abbandonati durante la notte e durante i festivi, al punto che i locali della Tac sono stati eletti a rifugio per i senzatetto che occasionalmente vi trovano riparo e ristoro, e che più volte il personale chiamato in reperibilità deve allontanare persone che si aggirano per il reparto”.

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