Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre 1963. Altezza 178 centimetri, calvo e con gli occhi castani. Professione: geometra. Era questa l’identità che usava Matteo Messina Denaro per poter entrare in ospedale e curarsi, una identità che ha portato gli investigatori a dover pensare seriamente che dietro a quel nome ci fosse in realtà il super latitante.

Chi è Andrea Bonafede, l’identità utilizzata da Matteo Messina Denaro

Che Messina Denaro fosse malato da tempo questa era già cosa nota e gli investigatori hanno incrociato una miriade di dati per poter arrivare a quella conclusione, dietro Bonafede in realtà c’era il capo di cosa nostra.

La falsa tessera cartacea utilizzata da Messina Denaro

Quella falsa tessera cartacea, come riporta l’Adnkronos, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e sarebbe scaduta il 23 ottobre 2026. Gli stessi dati sono contenuti nella cartella clinica sequestrata alla Maddalena, dove stamattina è stato sorpreso il boss. Qui si curava dal cancro.

Il ritratto del boss in ospedale

“Un paziente di poche parole, sempre vestito in maniera elegante e dai modi molto gentili”, hanno raccontato alcuni sanitari in servizio alla Maddalena. Talvolta Messina Denaro, che per tutti era Andrea Bonafede, avrebbe anche portato dell’olio.

Le indagini sulla vera identità di Andrea Bonafede

La cattura del boss mafioso, alias Andrea Bonafede, è stata resa possibile grazie alle intercettazioni dei suoi familiari, che hanno permesso di scoprire la sua vera identità. Andrea Bonafede è il nipote di un fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Gli investigatori si sono concentrati su questa identità e hanno scoperto che il vero Andrea Bonafede si trovava in un’altra località al momento della sua presunta malattia oncologica. Questo ha dato il via alla caccia all’uomo, che si è conclusa con la cattura del boss nella clinica dove era stato in cura per il cancro.

La cattura e la sua malattia

Il boss si sarebbe sottoposto ad un’operazione un anno fa per rimuovere alcune metastasi al fegato causate dal cancro al colon che lo aveva colpito due anni prima. Al momento dell’arresto stava aspettando l’esito di alcuni esami del sangue e aveva appena fatto un tampone prima di una seduta di chemioterapia.

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