Gianfranco Miccichè si spezza ma non si piega. “Mi hanno trombato”, dice al termine della lunga giornata di ieri in cui l’Ars ha proclamato il proprio presidente, il più giovane della sua storia, il meloniano Gaetano Galvagno. Una elezione, quella del neo presidente Ars, che sancisce in piano la sconfitta di chi poche settimane fa sedeva sullo scranno più altro del Parlamento siciliano.
Nessun incarico per l’alfiere di Berlusconi in Sicilia
Così Miccichè dopo la giornata d’ieri si ritrova con niente in mano e nessuna poltrona e parla come se fosse un componente dell’opposizione parlando del voto a Galvagno. “lo stimo, sono certo farà bene, ma ho votato scheda bianca perché non potevo fare diversamente”. Ma c’è di più perchè il vulcanico coordinatore azzurro è anche ai ferri corti con Schifani. Miccichè, salvo sorprese dell’ultima ora, non dovrebbe avere una carica da assessore, neppure la Sanità come aveva desiderato. Insomma, sembra ormai essere messo all’angolo dalla coalizione. Inoltre non è neppure presidente della commissione Ambiente al Senato: ieri l’incarico è andato a un altro forzista, Claudio Fazzone.
Miccichè spara a zero sul governatore Schifani e sulla nuova giunta
“Mi hanno fatto fuori perché non avrei consentito a questo governo di continuare a fare clientele”. Parola da membro dell’opposizione. “Due o tre di loro – continua parlando della nuova giunta -, quando si ritroveranno a dover parlare di politica, faranno bene a chiedere aiuto a qualche commesso dell’Ars. Non ne hanno idea”. Miccichè ha anche provato a tirarsi dietro qualche compagno di viaggio nella sua nuova battaglia contro il governo Schifani iniziata ieri. È in contatto con Berlusconi, “che approvava pienamente la mia linea sugli assessorati: ha chiamato Schifani che nemmeno gli ha risposto”. Ha anche chiamato la senatrice Licia Ronzulli, fedelissima del Cavaliere: “Le ho spiegato che il nostro partito è stato di fatto messo in minoranza dallo stesso Schifani. Che però mi pare infelice e nervoso, mentre io continuo a essere allegro e sicuro dell’impegno che voglio continuare a garantire per la mia Sicilia: scriverò un programma per far uscire l’Isola dall’arretratezza nella quale questi governi l’hanno confinata”.
L’accordo saltato e la spallata fallita
La rottura tra Miccichè e Schifani sarebbe sorta domenica scorsa nel corso di un incontro. Il forzista Michele Mancuso doveva essere numero due dell’Ars e Giovanna Volo, l’ex direttrice sanitaria del Civico e del Policlinico, doveva andare alla Sanità. Un accordo che forse non è stato condiviso appieno. Poi all’Ars si è giocata la battaglia, vinta dalla maggioranza grazie all’appoggio di De Luca. Insomma Miccichè sembra aver fallito nel tentativo di dare una spallata al nuovo governo regionale. “Ormai è fuori dai giochi”, dicono dall’entourage di Schifani. “È evidente che non posso più stare in maggioranza – dice Miccichè – ma non sono nemmeno all’opposizione. Mi metterò a lavorare per la mia Sicilia”.
Commenta con Facebook